«Il progetto grafico ha senso solo quando riesce a comunicare valori reali, perde di significato invece quando deforma una realtà o quando nasconde un vuoto. Il design non è l’abbellimento di un’identità che non c’è, dovrebbe invece costruire identità visive credibili e coerenti con i prodotti o servizi proposti», scriveva Tommaso Bovo qualche mese fa, qui su Frizzifrizzi, parlando di un libro dedicato all’identità visiva, la cui efficacia dipende, appunto, dal saper costruire una certa armonia tra ciò che viene comunicato e come lo si comunica.
Questo è anche ciò che esce fuori da Identity Designed, una vera e propria guida prodotta da David Airey, designer grafico nordirlandese che lavora con piccole e grandi aziende a livello internazionale, realizzando loghi e progettando identità visive.

Da quasi 10 anni Airey cura un sito — anche questo chiamato Identity Designed — che presenta i più interessanti progetti realizzati dalle agenzie di tutto il mondo, e nel libro ha trasferito il medesimo format, chiedendo a 16 studi di condividere uno dei propri lavori più significativi, spiegando passo passo tutto il processo.
Dal rapporto coi clienti alla fase di ideazione, dalla ricerca ai metodi creativi, dai costi alla gestione del tempo, dalla presentazione alla creazione di una “guida di stile”: non c’è aspetto che, nell’opera, non viene toccato, e leggere le case history che hanno funzionato davvero, nel “mondo reale”, è ovviamente utilissimo, non solo per i designer ma anche — come sostiene Airey — per coloro che vogliono commissionare un progetto di identità visiva.
Identity Designed è stato prodotto attraverso una piattaforma di self-publishing e si può acquistare online anche in formato Kindle.



