Ultimo movimento della Partita n. 2 in re minore BWV 1004, scritta nel 1721 da Johann Sebastian Bach, la Ciaccona, che prende il nome da una danza tradizionale di probabile origine spagnola, è uno dei pezzi più celebri del compositore tedesco, che la scrisse di getto quando, di ritorno da un viaggio insieme al suo amico e mecenate Leopoldo di Anhalt-Köthen, scoprì che sua moglie Maria Barbara era morta una settimana prima.
Composta per violino solo, riarrangiata più volte nel corso dei secoli per piano, violoncello, organo, chitarra e orchestra, è capace di mettere duramente alla prova chi la suona e, trattandosi dell’opera di Bach — cioè il punto d’incontro per eccellenza tra musica, mistica e matematica —, è stata oggetto di diverse interpretazioni: c’è chi la vede come una complessa danza e chi, come la musicologa tedesca Helga Thoene, come la versione in note di un epitaffio, tra genio, morte, potenza, turbolenza, disperazione, amore, accettazione e di nuovo dolore.
In entrambi i casi, la Ciaccona si adatta perfettamente all’uso che ne fa il filmmaker Olivier Sautet, che l’ha usata come colonna sonora di Sous L’Eau.
Sautet, che viene dal sud della Francia è specializzato in cortometraggi, documentari e pubblicità che hanno come protagonista l’acqua e gli sport acquatici, lo definisce come un “visual poem”. Girato tra Hawaii, Madagascar, Francia, Mauritius e Tahiti, mostra sostanzialmente la magia, la bellezza, la forza, l’anima dell’acqua, con i suoi movimenti, le sue onde, liquide e sonore allo stesso tempo.
L’arrangiamento della Ciaccona che ha scelto è quello per pianoforte di Ferruccio Busoni.