Le linee guida sull’identità visiva di un marchio sono un aspetto delicato e complesso. Tra indicazioni sull’uso dei loghi, scelta dei caratteri tipografici e dei colori, in ballo ci sono la riconoscibilità, la coerenza, il valore percepito, la differenziazione rispetto ai concorrenti, la “voce” stessa del marchio.
Perciò lo studio e lo sviluppo di un manuale d’identità grafica viene solitamente affidata a designer e a studi affidabili e con una solida esperienza, capaci di lavorare su ogni possibile aspetto e considerando non soltanto tutte i possibili usi presenti, ma anche quelli futuri. L’elasticità, in questo tipo di lavoro, è importante quanto la precisione.
«Se le linee guida del marchio non offrono abbastanza spazio e non danno la flessibilità per “respirare” e adattarsi alle situazioni rilevanti, l’identità è troppo rigida. D’altra parte anche i progettisti possono essere piuttosto rigidi e andare contro le linee guida, ridisegnando o mettendo il loro stile caratteristico su qualcosa semplicemente per lasciare il proprio segno», scrive Liza Enebeis, direttore creativo di Studio Dumbar, agenzia olandese specializzata proprio in branding e identità visiva. Un pensiero, questo, raccolto in un libro intitolato Manuals 2: Design & Identity Guidelines, dedicato a 20 tra i migliori manuali d’identità grafica usciti negli ultimi sessant’anni, progettati da designer come Paul Rand, Alan Fletcher, Allan Fleming, Lester Beall, Otl Aicher, e studi come Total Design, North e il già citato Studio Dumbar.

Ibm, Knoll, Reuters, Bell System, le Olimpiadi di Montreal, State University of New York, Canadian National Railways, International Paper Company sono, attraverso i rispettivi manuali, alcune tra le aziende protagoniste del libro, inizialmente pubblicato nel 2014 da Unit Editions, casa editrice britannica tra le più interessanti, specializzata in volumi sul graphic design.
Stampato in sole 2000 copie, la prima edizione di Manuals 2 è diventata presto introvabile, e in questi anni in molti hanno chiesto all’editore una ristampa.
L’occasione per mettere le mani su una nuova tiratura è una campagna di crowdfunding che andrà avanti fino a fine marzo.
432 pagine, piene di immagini e testi critici, il libro è curato da Tony Brook e Adrian Shaughnessy di Unit Editions. Il design è opera di Spin.




