Bruno Munari, “Scatola di architettura MC n°1”, Corraini Edizioni, ottobre 2018 (courtesy: Corraini Edizioni)

La nuova edizione della Scatola di Architettura MC n°1 di Bruno Munari

«Il gioco o il giocattolo devono essere stimolatori dell’immaginazione, non devono essere conclusi o finiti (come certi modellini perfetti di macchine vere) perché così non permettono la partecipazione del fruitore. Un gioco perfetto solo da ammirare, dimostra la bravura tecnica dell’autore ma poi stanca subito e non è educativo.
Il giocattolo ideale deve poter essere capito dal bambino senza alcuna spiegazione. Si può lasciare il giocattolo in mano al bambino e lui lo dovrebbe capire, sia che cosa è, sia come si usa».

A scriverlo è Bruno Munari nel capitolo dedicato a Giochi e giocattoli di uno dei suoi libri più affascinanti, utili, utilizzati da generazioni di designer, artisti ed educatori, Da cosa nasce cosa, pubblicato nel 1981.
Più di un esempio di come dovrebbero essere i giocattoli — Munari accompagnava sempre i fatti alle parole — l’ha dato lui stesso: la Scimmietta Zizì, il Gatto Meo, i tanti giochi progettati per Danese.

Bruno Munari, “Scatola di architettura MC n°1”, Corraini Edizioni, ottobre 2018
(courtesy: Corraini Edizioni)

Ma la prima “incursione” di Munari nel mondo dei prodotti ludici arrivò già nel 1945. Mentre l’Italia era un enorme campo di macerie e la ricostruzione doveva ancora incominciare, creò per Castelletti la Scatola di Architettura MC n°1.
Se c’era da ricostruire, che incominciassero i bambini! Ovviamente a modo loro, e cioè — per citare di nuovo il Maestro — proiettando tutto ciò che sanno su tutto quello che non conoscono a fondo1.

Da qui l’idea di una scatola piena di mattoncini in legno di pero, fatti realizzare da un artigiano milanese. In 7 diverse forme, per un totale di 66 pezzi, i mattoncini potevano essere utilizzati per fare e disfare case, torri, castelli, grattacieli, chiese, stazioni e tutto ciò che la fantasia di un bambino era capace di modellare. Un libriccino di 32 pagine con alcuni esempi accompagnava il box.

Bruno Munari, “Scatola di architettura MC n°1”, Corraini Edizioni, ottobre 2018
(courtesy: Corraini Edizioni)

Dal 1945 a oggi della scatola ne sono uscite diverse edizioni, poi diventate oggetti da collezione. L’ultima fu prodotta da Corraini nel 2013 ed è andata presto esaurita.
Sempre Corraini, però, ne ha appena lanciata una nuova versione, stavolta in legno di faggio non trattato e con una rivisitazione della grafica originale.

Sempre accompagnata dal libretto, la Scatola di Architettura MC N. 1 – Nuova edizione è in vendita online e nelle migliori librerie.

Bruno Munari, “Scatola di architettura MC n°1”, Corraini Edizioni, ottobre 2018
(courtesy: Corraini Edizioni)
Bruno Munari, “Scatola di architettura MC n°1”, Corraini Edizioni, ottobre 2018
(courtesy: Corraini Edizioni)
Bruno Munari, “Scatola di architettura MC n°1”, Corraini Edizioni, ottobre 2018
(courtesy: Corraini Edizioni)
Bruno Munari, “Scatola di architettura MC n°1”, Corraini Edizioni, ottobre 2018
(courtesy: Corraini Edizioni)
Bruno Munari, “Scatola di architettura MC n°1”, Corraini Edizioni, ottobre 2018
(courtesy: Corraini Edizioni)
Bruno Munari, “Scatola di architettura MC n°1”, Corraini Edizioni, ottobre 2018
(courtesy: Corraini Edizioni)
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