(fonte: florentporta.com)

Le macchine impossibili del Centre Pompidou

Dai programmi tv tipo Come è fatto ai filmati online più o meno professionali di gente che smonta e mostra l’interno degli apparecchi che ci semplificano (o complicano) la vita di tutti i giorni, le immagini che mostrano il funzionamento delle macchine hanno molto seguito.
Ma di macchine ce ne sono di tanti tipi, non solo utili. E se Munari inventò le macchine inutili, il Centre Pompidou di Parigi ha deciso di approfondire invece il tema delle macchine impossibili, cioè quelle che resero famoso il cartoonist americano Rube Goldberg, che nei primi del ‘900 cominciò a inserire nei suoi cartoni animati dei dispositivi assurdi, spesso intricatissimi, quasi sempre pensati per scopi del tutto futili o semplici (più o meno lo stesso, nel Regno Unito, faceva l’illustratore Heath Robinson, di cui parlo in un altro articolo).

Oltre ad aver ispirato centinaia di animatori, disegnatori, cartonisti, nonché “scienziati pazzi” (dal 1949, presso l’Università Purdue, nell’Indiana, viene organizzato il Rube Goldberg Machine Contest, nel quale si misurano studenti di tutti gli Stati Uniti), le macchine di Goldberg sono state anche lo spunto principale per alcuni cortometraggi del designer francese Florent Porta.

Già autore, un paio di anni fa, di uno splendido video — Preposterous — che giocava col tema dell’assurdo, Porta è stato contattato dal celebre Centre Pompidou di Parigi per realizzare una serie di filmati per un progetto web rivolto ai bambini.

Intitolata Les machines impossibles, la serie immagina il funzionamento — impossibile, appunto — che c’è dietro a una pista da bowling, a un distributore automatico di bibite, al nastro dei bagagli dell’aeroporto, a un distributore di caramelle e a un organetto a rullo.

(fonte: florentporta.com)
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