Quanti formati di pasta esistono? A quanto pare nessuno ha una risposta precisa, un numero netto tipo, chessò, 416. E forse è meglio così, perché quando c’è una cifra certa, scolpita nel granito, ogni discussione è già bell’e morta.
Immagina la cena tra amici, le battute, qualche bicchiere di troppo, una vaga tensione sessuale espressa solo con sguardi fugaci e gesti quasi impercettibili, gossip su conoscenti comuni basati su post letti su Facebook, poi qualcuno se ne esce con «Chissà quanti tipi di pasta ci sono». Ed eccolo lì, «416». Finita. Chiusa. Le certezze ammazzano le conversazioni.
In realtà — e per fortuna — non c’è un numero sicuro e condiviso: l’universo della pasta, come l’Universo con la U maiuscola, può soltanto essere oggetto di stime, aprendo dunque la strada a divertenti passatempo, come ad esempio, nella succitata cena tra amici, introdurre un appassionante momento di competizione sfidando i commensali a chi riesce a elencare più tipi di pasta.
Nessuno, probabilmente (a meno di avere a cena un pastaio), riuscirà ad arrivare, solo con la memoria, oltre poche decine di formati. Una piccola parte rispetto agli oltre 300 che ci sono — sembra sia questa, infatti, la stima più realistica, o perlomeno è quella riportata da We Love Pasta, sito gestito dall’Aidepi, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane; tra l’altro il sito parla di oltre 300 formati consumati in Italia e, anche se siamo il Paese della Pasta, ne esisteranno sicuramente altri tipi.
The Geometry of Pasta, pluripremiato libro realizzato nel 2010 dall’illustratrice Caz Hildebrand e dallo chef Jacob Kenedy, ne riportava circa un centinaio. The Permutations of Pasta, poster dello studio Pop Chart Lab, specializzato in infografiche, arriva invece a più di 200.
Anche senza sfide tra amici a chi sa nominarne di più, è facile incantarsi davanti a tanta varietà, e può essere l’occasione per andare a cercare — e assaggiare — formati atipici e mai provati prima.