Le brave ragazze vanno in paradiso, le cattive dappertutto è un fortunato saggio uscito negli anni ’90 (dunque in piena epoca Riot grrrl). Opera della psicoterapeuta femminista Ute Ehrhardt, viene però ricordato soprattutto per il titolo, che non è opera sua visto che si tratta una citazione di attribuzione incerta, ma che ha fin da subito ha avuto enorme successo, diventato un vero e proprio slogan, quindi scritto sui muri, stampato sui manifesti e su ogni genere di paccottiglia, dalle tazze alle t-shirt.
Non conoscendola personalmente, non so se Martina Francone sia una cattiva ragazza, né mi interessa saperlo, sono giustamente fatti suoi, ciò non toglie che a un certo punto abbia deciso di provarci davvero ad andare dappertutto.
Torinese, il traguardo dei vent’anni superato da poco, Martina ha studiato progettazione grafica al Politecnico di Torino e ha cominciato a lavorare come illustratrice freelance già negli anni dell’università.
A 19 anni Martina ha scelto di cominciare a viaggiare da sola, decisione che, com’è purtroppo nel destino di ogni giovane donna, di solito è accompagnata da aspri tentativi di dissuasione da parte di famiglia, amici e conoscenti. Ma lei è partita lo stesso: prima la Scozia, pagandosi il viaggio con i risparmi di tanti weekend passati a lavorare in un ristorante.
«Da quel momento ho capito quanto è bello e interessante condividere le giornate con persone sconosciute, provenienti da paesi diversi. Ho scoperto quanto può essere vero il rapporto creato con persone appena incontrate, quanto può essere disponibile e gentile il prossimo, e quanto io avessi sempre più voglia di viaggiare e scoprire», mi ha raccontato Martina, che dopo la Scozia non si è fermata più, arrivando in Danimarca, negli Stati Uniti, in Islanda, in Canada, cercando di limitare al massimo le spese, facendo couchsurfing, spostandosi ogni due giorni da un divano all’altro.
Rileggendo i suoi diari di viaggio, poco tempo fa ha deciso di raccontare lo spirito dei viaggi in solitaria — soprattutto quello dei viaggi in solitaria al femminile — illustrando una abbecedario: l’Abbecedario illustrato per i viaggi in solitaria, per l’appunto.
Dalla A di Aprire la mente alla Z di Zoppicare per crescere, le illustrazioni sono — come spiega Martina — «per tutti quelli che credevano in me, per quelli che mi dicevano che essendo una ragazza non potevo viaggiare da sola, per quelli che condividono questo mio interesse, e per quelli che ancora sono indecisi se partire da soli o no».