Di lui dicono che è un “movimento artistico fatto da una persona sola” e che è tra i pochissimi capaci di fare libri come dovrebbero essere fatti i libri. Nato a Londra in una famiglia di artisti — il padre, Michael Rothenstein, era un pittore, uno stampatore e insegnava arte; la madre, Duffy Ayers, morta pochi mesi fa a 102 anni, era una pittrice, mentre la sorella Anne è anche lei artista, oltre che moglie del regista Steven Frears — Julian Rothenstein è il fondatore di Redstone Press, una delle più bizzarre case editrici del mondo, nata nel 1986 e focalizzata sulla pubblicazione di volumi che è quasi impossibile definire con qualcosa di più preciso che “meravigliosamente strani”, oltre che di un’agenda annuale — il Redstone Diary — che da quasi trent’anni è una sorta di fenomeno di culto e va esaurita pochissimo tempo dopo la sua uscita.
Grande appassionato di grafica, stampa e oscure pubblicazioni del passato, Rothenstein ha un enorme archivio di ciò che gli anglosassoni chiamano ephemera, cioè tutti quei documenti pensati per avere vita breve, come riviste, cataloghi commerciali, dispense didattiche, specimen, cartoline, biglietti, volantini, ricette del medico (in italiano non abbiamo un’espressione equivalente), ed è proprio a partire dalla sua raccolta di “tesori” che qualche anno fa ha curato un libro dedicato agli alfabeti più affascinanti tratti da materiale dimenticato, sottovalutato, raro e quasi impossibile da trovare sul web.
Quel libro, oggi praticamente introvabile, sta per uscire in una nuova e aggiornata edizione per i tipi di Laurence King. Intitolato A2Z+ Alphabets and Signs, conta 408 pagine, sulle quali vengono mostrate e raccontate più di 130 immagini, veri e propri gioielli di tipografia, lettering, grafica e illustrazione del passato.
In uscita ad aprile, il libro si può già prenotare su Amazon.














