La definizione di libro d’artista è sfuggente — dopotutto la stessa definizione di arte lo è. Nel dibattito, acceso non da anni ma da decenni, si staglia autorevole la voce di Giorgio Maffei, mercante e collezionista di libri rari scomparso lo scorso anno. Curatore, tra i più grandi studiosi e conoscitori a livello mondiale dei libri d’artista e autore di alcune pubblicazioni fondamentali, nel suo Il libro come opera d’arte Maffei si “appoggia” al titolo di un articolo scritto da Germano Celant nel 1971, Book as Artwork e sostiene che per libri d’artista si intendono quei «libri quindi che, del libro, mantengono forma e struttura, ma che nella sovranità delle intenzioni dell’artista sono opera d’arte».
Teniamole per buone, queste poche righe, perché funzionano perfettamente anche per questo nuovo volume pubblicato da Phaidon, Artists Who Make Books, che idealmente va a posizionarsi nello stesso scaffale delle opere di Maffei. A volerci mettere un’etichetta, quella più adatta sarebbe probabilmente “libri sui libri”.
Curato da Andrew Roth — anche lui mercante di libri rari come Maffei, oltre che editore — insieme al collezionista Philip E. Aarons e all’artista e scrittrice Claire Lehmann, Artists Who Make Books è un compendio sulla “arte di fare libri d’artista” e raccoglie, mostra e analizza le opere formato libro realizzate da 32 artisti internazionali dal 1957 a oggi.
Andy Warhol, Sol LeWitt, Gerhard Richter, Ed Ruscha, Sophie Calle, Richard Long, Wolfgang Tillmans, John Baldessari, Richard Prince, Hanne Darboven, Hans-Peter Feldman, Martin Kippenberger, Wade Guyton, On Kawara sono solo alcuni dei protagonisti, i cui volumi vengono spiegati attraverso saggi e interviste, contestualizzandoli all’interno dei percorsi artistici dei loro autori.
336 pagine, quasi 500 illustrazioni, il libro si può acquistare anche su Amazon.