«Comun denominatore del lavoro creativo, qualunque sia il settore», così Alex Hammond e Mike Tinney descrivevano l’umile matita quando, un paio di anni fa, presentarono il loro progetto The secret life of the pencil, del quale, a suo tempo, parlai anche qui su Frizzifrizzi.
Designer l’uno (Hammond) e fotografo l’altro (Tinney), i due decisero di raccontare attraverso le immagini le “vite segrete” delle matite. Matite famose, quelle cioè appartenute ad artisti e professionisti dei settori più svariati: designer come Tom Dixon e Philippe Starck, stilisti come Paul Smith e Christian Louboutin, architetti come Anish Kapoor e Norman Foster, scrittori come Dave Eggers e Christopher Reid, cineasti come Mike Leigh e Stephen Fry, la fotografa Cindy Sherman, e tanti altri.
Ovunque ci sia un bravo autore, dietro c’è un matita che ha preso appunti, schizzato bozzetti, disegnato storyboard, sottolineato passaggi, corretto errori, messo nero su bianco idee ed intuizioni lampo.
The secret life of the pencil diventò una mostra itinerante, che raccolse fondi destinato all’associazione benefica Children in Crisis (che come logo ha proprio una matita masticata).
Tra matite iper-tecnologiche e matite consumate dal tempo e dall’uso, matite costosissime e matite da due soldi, il materiale raccolto ora è diventato anche un libro, che porta lo stesso titolo del progetto e si può acquistare online.
Pubblicato dall’editore inglese Laurence King, in 160 pagine mette assieme foto e storie, interviste e disegni, alimentando affascinanti parallelismi tra l’aspetto e lo stato di una matita e l’opera e il pensiero di chi l’ha comprata («allo 0,02% del costo di un iPad», sottolineano Hammond e Tinney) e usata.