2000 Euro e una mostra in palio per la XIII edizione del Tapirulan Illustrators Contest

Da 13 anni il Tapirulan Illustrators Contest è uno dei più validi concorsi di illustrazione che ci siano in Italia.
Questo perché, al di là del premio in denaro (che comunque è più alto rispetto a molti di quei contest tristi lanciati da grossi marchi col braccino corto che vogliono opere a basso costo per i loro interessi commerciali)… al di là del premio in denaro, dicevo, il concorso offre reale visibilità, seleziona finalisti e vincitori davvero meritevoli, mette alla prova il vincitore assoluto con una mostra personale e un anno di tempo per lavorarci su.

A presiedere la giuria, poi, negli anni passati ci sono stato dei maestri assoluti come Milo Manara, Silver, Sergio Toppi, Guido Scarabottolo, Federico Maggioni, Roberto Innocenti, Gianni De Conno, Beppe Giacobbe, Renato Casaro.
Quest’anno per il ruolo di presidentissimo è stato scelto Antonio Lupatelli, in arte Tony Wolf: classe 1930, è uno dei più prolifici autori di libri illustrati per l’infanzia. Chiunque ha — o ha avuto — un bambino in casa vada a controllare tra gli scaffali della libreria: scommetto che ci saranno almeno un paio di suoi libri.

Ogni anno di opere ne arrivano a centinaia, e non solo dall’Italia. Avendo avuto l’onore di fare il giurato nelle ultime due edizioni, mi sono guardato qualcosa come più di 1300 illustrazioni, che per me è anche un’ottima opportunità di scoprire tanti nuovi talenti e vedere quelli che sono gli stili e le tecniche più in voga.

Quando Fabio Toninelli, presidente dell’Associazione Culturale Tapirulan di Cremona, qualche tempo fa mi ha chiamato per chiedermi di fare nuovamente il giurato, mi ha chiesto cosa ne pensassi del tema scelto.

«È ciao», ha detto Fabio.
«In che senso ciao?», ho risposto io.
«Ciao è il tema di quest’anno».
A quel punto sono rimasto per un po’ in silenzio, come immagino avranno fatto anche gli altri giurati. Ciao non è forse un po’ generico? Che cavolo vuol dire, ciao? Come lo disegni?

Poi ci ho pensato su.
«Ciao» lo dice chi arriva, ma anche chi va via.
Quando un «buongiorno» e un «arrivederci» si trasformano in «ciao» significa che ti sei fatto un nuovo amico.
Ciao è anche la parola-test: quella con cui provi una penna nuova, per saggiarne tratto e inchiostro; quella con cui collaudare una grafia “da grandi”, quando sei sei bambino; quella che scrivi nella prima mail che mandi a te stesso, per vedere se funziona. Ciao è lo scalpello con cui, su una pagina bianca, cerchi di scalfire il blocco dello scrittore.
Ciao, in effetti, è un sacco di cose. E probabilmente sarà ancora più interessante, quest’anno, vedere come ci lavoreranno gli illustratori.

A chi decide di partecipare, quindi, dico che ora di cominciare a pensare a quel ciao.
Sono già curioso di scoprire cosa arriverà.
Tutte le informazioni sul concorso sono qui.
La deadline è il 25 ottobre 2017.

Ciao e buona fortuna.

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