(foto: Melania Tombari)

Le signore birre portano la cravatta (di carta)

Chi ha inventato la colla con cui appiccicano le etichette del vino, della birra, dei barattoli di cetriolini, ceci, fagioli, marmellate? E soprattutto: cos’è che spinge un’azienda a scegliere una colla del genere sapendo benissimo che poi, chi vuole riutilizzare la sua bottiglia o il suo barattolo dovrà bestemmiare con le mani a mollo in lavabi pieni d’acqua a 600°C consumandosi le unghie cercando di decorticare il vetro, prima dall’etichetta e poi dalla colla stessa?
La rete è piena di tutorial, di video, di messaggi più o meno disperati nei forum: «come ca*** la stacco?». E giù liste di consigli: da chi usa lo svitol, chi si affida alla lavastoviglie (intasandone i filtri di pezzetti di carta), chi prova col fon (te lo immagini? Dal bagno arriva un vrrrrooosh, apri la porta, convinto che lui o lei si stia asciugando i capelli e invece sta lì tutto concentrato/a a staccare lembo dopo lembo, con certosina precisione e concentrazione), chi si mette il cuore in pace e trova una certo qual rilassamento zen nel passare un’ora a dar di spugna ruvida, su e giù, su e giù, ora svuota la mente, concentrati sul respiro e sul movimento, su e giù, senti il vetro, tu sei il vetro, senti la colla, pensa come la colla, lasciati andare.

Melania Tombari — che è una giovanissima designer grafica pesarese e che ha da poco finito gli studi e iniziato a lavorare come apprendista — deve aver avuto esperienze del genere, e proprio per questo ha deciso di progettare delle etichette meno attaccate al loro mestiere.

Come oggetto della propria ricerca Melania ha scelto le bottiglia di birra, dato che suo padre produce birra artigianale. L’idea l’ha portata a realizzare Le signore birre, che in quanto tali ostentano una certa eleganza, con le loro vezzose cravatte, ma che soprattutto si “spogliano” rapidamente delle loro etichette, semplicemente infilate al collo e tenute ferme con appena un puntino di colla.

Per ogni tipologia di birra ha scelto un pattern differente, che in qualche modo richiama colore e texture della bevanda, e sul retro ci sono tutte le informazioni insieme alla data dell’imbottigliamento.
E quando finisci di bere e decidi di tenere la bottiglia non servono né svitol, né fon, né lavastoviglie, né acidi speciali.

(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
(foto: Melania Tombari)
Un messaggio

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