Se in un testo isoli una sola parola dal contesto, quello che ottieni è lo spaesamento totale. Avrai bisogno di lavorare poi sulla grafica per dare un senso, per creare un percorso narrativo.
Nel mondo del design, al contrario, a volte, non sempre, puoi estrapolare un elemento e quello forse avrà la forza di vivere una propria esistenza lontano da tutto il resto, cambiare immaginario, raccontare una storia diversa, protagonista assoluto in mezzo alla sua pagina bianca.
I segni progettuali diventano corpi, strappati al loro mondo d’orgine ma che riesco a sopravvivere benissimo anche senza. Bodies, come il titolo del libro pubblicato da Corraini e dedicato a vent’anni di lavoro ai massimi livelli di uno degli studi grafici italiani più conosciuti e celebrati a livello mondiale, studio FM milano, fondato nel 1996 da Barbara Forni, Cristiano Bottino e Sergio Menichelli.
Chi conosce almeno una parte del loro sterminato portfolio — tra loghi, identità, caratteri tipografici, progetti editoriali e art direction — riconoscerà probabilmente alcuni dei “personaggi”, se così vogliamo chiamarli, che uno dopo l’altro appaiono tra le quasi 300 pagine del libro, giustapposti per somiglianza o per coerenza narrativa, senza tener conto della cronologia, del committente, della tipologia di lavoro: il logo del Mudec di Milano, l’identità dell’aeroporto internazionale di Doha (l’illustrazione di copertina del libro), le icone per il Future Food District di Coop all’Expo…
Andare poi a esaminare il sito di studio FM milano, per approfondire e ritrovare il tessuto progettuale di partenza, diventa un “gioco” molto interessante.