Parodiando gli orribili gadget imbustati assieme alle riviste, ciascun numero di Ordinary Magazine esce con un “regalo” che più banale non si può: se nel primo numero (di cui ho parlato a suo tempo) c’erano le posate di plastica e nel secondo una spugna, di quelle per lavare i piatti, in questa nuova uscita la redazione è andata più a fondo nelle umane cavità e imbustato in copertina quattro cotton fioc, che sono poi il “tema” che lega tutte le opere pubblicate.
Ogni tre mesi, infatti, Max Siedentopf, Tialda Lublink e Yuki Kappes, i tre fondatori, spediscono a una serie di artisti (circa 20) un oggetto ordinario, lo stesso per tutti, chiedendo poi di utilizzarli per un’opera.
Ed ecco che, come nel caso di questo terzo numero (che ospita anche una foto del bravissimo Maurizio Di Iorio), un cotton fioc può diventare un cavatappi, sorreggere cuscini, essere fumato come una sigaretta, diventare un fardello sporco di cerume per una vecchietta in miniatura…