È troppo facile, troppo difficile, si preoccupa di dettagli futili, è più ideale che pratico, è un settore troppo affollato, va troppo di fretta, è alienante, conservatore, pieno di obblighi, addirittura fa male alla salute: queste alcune delle motivazioni addotte dal grafico israeliano Yotam Hadar per sostenere la sua tesi, e cioè che quello del graphic designer è un mestiere da non praticare assolutamente.
Hadar però graphic designer lo è, quindi questa piccola pubblicazione — un blocco note stampato in risograph uscito per la prima volta nel 2014 e giunto già alla sua terza edizione (stiamo comunque parlando di piccolissime tirature, visto che l’editore, americano, è di quelli davvero di nicchia) — è da prendere come una sorta di dichiarazione d’amore che procede in senso contrario, utilizzando uno dei più classici congegni narrativi, la figura retorica dell’antifrasi («Bruto è un uomo d’onore», continuava a ripetere Antonio nel Giulio Cesare di Shakespeare).
Ideato in occasione di un workshop tenuto dal designer inglese Paul Elliman alla Yale University School of Art («Perché fai design?», chiese Elliman, e Hadar stilò la lista dei motivi per non farlo, che è un po’ come fare la lista dei difetti del proprio partner per poi accorgerti che le stesse, fastidiose cose che detesti sono anche quelle per cui lo ami), Reasons Not To Do Graphic Design è un perfetto compagno di scrivania per i grafici, anche per il vezzosissimo carattere tipografico scelto, con le sue m a quattro zampe, la v che allarga le braccia, la g ubriaca col doppio occhiello, la grazia a bottone della c messa in basso invece che in alto.





