Nato a Brooklyn nel 1910 e morto alla veneranda età di 98 anni, in quel di Los Angeles, nel 2009, Julius Shulman ha attraversato il XX Secolo come testimone e divulgatore dell’opera dei più grandi architetti del ‘900.
Da molti definito come “il più grande fotografo d’architettura”, Shulman è conosciuto soprattutto per i suoi scatti relativi al modernismo e, in special modo, al cosiddetto stile californiano, reso celebre da progettisti come Richard Neutra, Rudolf Schindler, Frank Lloyd Wright, Albert Frey, John Lautner.

Fu proprio con Neutra che Shulman iniziò, casualmente, la sua attività. Un amico del fotografo lavorava infatti nello studio losangelino dell’allora già famoso architetto austriaco e chiese a Shulman di andare a fotografare la Kun Residence, progettata da Neutra e appena finita di costruire.
Vedendo gli scatti, realizzati tra l’altro con una fotocamera amatoriale, l’architetto rimase stupefatto e cominciò a collaborare con quel talento appena ventiseienne, di fatto dando il la alla sua carriera come fotografo d’architettura.
Da allora, e fino a fine anni ’80 (quando si ritirò, piuttosto sconcertato nei confronti della “nuova architettura”, ma tornò sui suoi passi nei primi anni 2000, ricominciando a fotografare praticamente fino ai suoi ultimi giorni), Shulman lavorò con Maestri del calibro di Mies van der Rohe, Lloyd Wright, Pierre Koenig, Charles e Ray Eames, Raphael Soriano, Oscar Niemeyer — solo per citarne alcuni — e fu tra i primi a inserire le persone nelle foto d’architettura.

Si deve principalmente a lui la creazione di quel sapore, di quell’estetica che ha accompagnato il modernismo di metà Novecento fino ai giorni nostri, e la sua capacità di realizzare lo scatto perfetto in pochissimi tentativi (spesso addirittura al primo) lo rese pressoché leggendario tra i suoi colleghi e soprattutto tra i committenti.
Nonostante i pochi scatti necessari per finire un lavoro, Shulman ha lasciato un archivio di oltre 260.000 immagini, ed è proprio tra di esse che Benedikt Taschen, fondatore dell’omonima casa editrice e amico personale dell’artista, ha scelto quelle che sono poi state raccolte in Julius Shulman. Modernism Rediscovered, una monumentale monografia in tre volumi dedicata all’opera di Shulman.

La monografia conta più di 1000 pagine in totale e oltre 400 sono le opere architettoniche fotografate dall’artista, la cui vita e la cui opera sono raccontate in una serie di saggi e dalle parole di Shulman stesso.
Di seguito alcune foto della pubblicazione e, in fondo, il trailer di un documentario dedicato al fotografo, uscito nel 2010, un anno dopo la sua morte, e intitolato Visual Acoustics.





