Doppio.
I gemelli. Lo specchio. Qualcosa o qualcuno e la sua immagine. La simmetria. Due gambe che sbucano fuori. I sosia. Due papi. Poliziotto buono e poliziotto cattivo. Qualcosa e l’idea di quel qualcosa. Un amore. Farsi un selfie. Cane/gatto. Sedersi di fronte. Due sedie vuote. Le corna. Direzioni opposte. Luoghi che si assomigliano. Vestirsi allo stesso modo. Io e quel che potrei essere. Io e quello che sono stato. L’ombra. Due minuti dopo mezzanotte. In due in moto. Lei che le afferra le tette, che sono due.
È un flusso, quello in cui ti immetti sfogliando il nuovo numero di C 41, rivista di fotografia fondata appena qualche mese fa da Luca Attilio Caizzi e Matteo Todisco, “costola” cartacea dell’omonimo magazine online che invece esiste da cinque anni.
Un flusso in base due, dove tutto raddoppia e si sdoppia. Comprese le copertine (due tra cui scegliere) e le pagine (81 quelle del primo numero, 162 in questo secondo).
Pochissimo testo, la parola è data alle immagini, unite da un’idea forte — quella del doppio, appunto — che si sviluppa per tutto il volume in decine di variazioni sul tema, a partire proprio dal doppio in vaticano (abbiamo due papi, per la seconda volta nella storia), per proseguire poi con le opere di quasi sessanta artisti, di cui molti italiani, tra i quali ci sono nomi già familiari a chi legge Frizzifrizzi.
Altra novità, una sezione intitolata Curated by, che dà spazio al mestiere del curatore. La prima ospite è Roberta Fiorito. E anche lei — come tutti coloro che hanno progettato, scritto, scovato, curato, scattato foto e realizzato la seconda uscita di C 41 Magazine — ha saputo trovare la meraviglia nell’uno che diventa due.
In attesa del prossimo numero (e a questo punto comincio anche a chiedermi quale sarà il tema) il consiglio è di seguire C 41 Magazine anche online perché merita davvero, soprattutto per appassionati e professionisti della fotografia.
