Dopo essersi incontrati, da studenti, alla Cooper Union for the Advancement of Science and Art, un’università privata newyorkese, Seymour Chwast, Milton Glaser ed Edward Sorel—ai quali si unì poco più tardi anche Reynold Ruffins—fondarono nel 1954 i Push Pin Studios, investendo quei pochi soldi a disposizione di Chwast e Sorel dopo esser stati licenziati (lo stesso giorno!) dalla redazione di Esquire in una catapecchia nel cuore di Manhattan, nei pressi di Union Square.
Da quella catapecchia, piccola e senza acqua calda, i quattro (definiti in seguito l’equivalente dei Beatles nel mondo del graphic design) avrebbero rivoluzionato in pochi anni la grafica e la comunicazione a livello mondiale, sia attraverso i lavori realizzati su commissione, sia dalla pagine di una rivista autoprodotta, la Push Pin Monthly Graphic, nata come mezzo promozionale da spedire a clienti e agenzie e poi trasformatasi in una piattaforma ad altissimo tasso di sperimentazione, anche grazie al contributo degli allora giovani talenti che via via cominciavano a lavorare per lo studio, nomi del calibro di John Alcorn, Paul Davis, Herb Levitt, James McMullan, Isadore Seltzer…
La rivista chiuse poi nel 1980, dopo 86 numeri (qua ci sono alcune delle ultime uscite ed è anche possibile acquistarle, mentre nel 2004 è stato pubblicato un libro che racconta la storia del magazine e ne raccoglie le pagine più significative), quando ormai anche tre dei fondatori avevano lasciato l’agenzia—Sorel già nel ’56, quando gli Studios si trasferirono in un locale più grande e accogliente; Ruffins nel 1963; Glaser nel 1975.
Oggi i Push Pin Studios sono ancora attivi, diretti da Seymour Chwast, che come tutti i suoi ex-compagni di viaggio è diventato una leggenda nel mondo del design e, da ultraottantenne è ancora molto attivo (anche in questo caso: come Glaser, Sorel e Ruffins), tanto che il suo ultimo progetto sta proprio in queste ore chiudendo una campagna di crowdfunding di successo, lanciata per finanziare la pubblicazione di Seymour Chwast at War with War: An Illustrated Timeline of 5000 Years of Conquests, Invasions, and Terrorist Attacks, un libro illustrato contro la guerra, che racconta la storia bellica del genere umano da 5000 anni a questa parte, arrivando a toccare anche l’attualità degli attentati terroristici e del neo-colonialismo delle potenze mondiale, camuffato da operazioni di antiterrorismo e di esportazione della democrazia.
La guerra, dopotutto, è un vecchio “pallino” di Chwast, che negli anni ’60, in pieno Vietnam, realizzò due poster che diventarono l’emblema stesso dell’antimilitarismo americano.
Ma il suo archivio intitolato War & Peace è pieno di opere: dai poster, appunto, alle copertine di libri e riviste, tra cui la stessa Push Pin Monthly Graphic—che non si preoccupava troppo di colpire nel vivo le opinioni di clienti conservatori o pronti ad approfittare del business bellico—o di The Nose, altro esperimento editoriale lanciato negli anni ’90.
Con un approccio che può essere sintetizzato con un’espressione—“arriva dritto al punto”—e dimostrato da una grafica, ironica e paradossale pubblicata nel ’78 su Push Pin Monthly Graphic (vedi immagine qua sotto), il nuovo libro di Chwast si preannuncia come l’ennesimo capolavoro di un personaggio che in sessant’anni di attività non ha mai rinunciato ad esprimere, in maniera anche piuttosto forte, la propria opinione.
L’uscita prevista del libro è per novembre 2016. Si tratta di un volume di 88 pagine, che mette assieme le illustrazioni di Chwast—tutte realizzate in originale con la tecnica della xilografia—a testi estratti da L’arte della guerra di Sun Tsu, Il lamento della pace di Erasmo da Rotterdam e The State di Randolph Bourne oltre che alla timeline delle guerre—ininterrotta da 5000 anni a questa parte, cosa che dimostra come homo bellicus sia probabilmente una denominazione più ficcante, per la nostra specie, rispetto a homo sapiens.
Perché dal 3300 a.C. a oggi, come dice Chwast, «non c’è un finale felice a questa storia — infatti non c’è proprio un finale».
La campagna di crowdfunding, che ha già raggiunto oltre 107.000 dollari, chiude tra poche ore, quindi chiunque voglia prenotare una copia del libro, e magari alcuni preziosi “contorni” come rare pubblicazioni e stampe originali, sarà meglio che si affretti.