Un libro passa in rassegna tre secoli di decorazioni tipografiche

Immagina quei poveri amanuensi che durante il Medioevo trascorrevano la loro vita seguendo fedelmente l’ora et labora e sfruttando ogni singola giornata di sole per mettersi al lavoro sui libri, passando le giornate nei chiostri, che fosse estate o fosse inverno, per non mandar perduto neanche un solitario raggio di luce, scaldandosi soltanto, quando faceva freddo, con ruvide vesti di lana e bracieri accesi che tra l’altro servivano pure a far asciugare gli inchiostri.

La lora unica concessione all’eccesso—equivalente a una cravatta sgargiante o a un calzino colorato per un uomo d’affari in completo grigio—erano le intricate decorazioni, gli intrecci vegetali e le figure grottesche che andavano ad affollare i marginalia, i capilettera e le miniature dei manoscritti che i monaci si premuravano di copiare. Quando andava bene: se trovavi un Bernardo da Chiaravalle o un San Benedetto e ti dimostravi troppo virtuoso ed esibizionista coi ghirigori era un attimo che ti toglievano dal chiostro e ti mettevano a bonificar paludi per una bella lezione sull’umiltà e la semplicità.

Poi arrivò Gutenberg a rivoluzionare per sempre, con la sua invenzione della stampa a caratteri mobili, la produzione e la diffusione dei libri. E per qualche anno delle decorazioni non vi fu traccia o, meglio, venivano eventualmente aggiunte in un secondo momento, a mano, dopo la fase di stampa. Finché i tipografi, con l’intenzione di semplificare pure quell’ultimo passaggio, cominciarono a produrre tavolette di legno con le decorazioni già pronte, in modo da poter xilografare cornici, motivi e glifi, che nelle loro forme più semplificate sono arrivati fino all’era digitale.

Guardando alle decorazioni tipografiche in retrospettiva, è lì che si possono rintracciare le origini del graphic design: perlomeno questo è il punto di vista del designer inglese David Jury, che pochi mesi fa ha pubblicato con l’editore Laurence King un libro dedicato proprio agli ornamenti tipografici e intitolato The Little Book of Typographic Ornament.

Il volume, 240 pagine per 700 illustrazioni, oltre a raccontare in breve la storia delle decorazioni raccoglie esempi tratti dai libri-campione prodotti dalle tipografie, con esemplari che vanno dal ‘700 al ‘900, divisi per “tema” (naturale, geometrico, ornamentale, cornici…).

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