Anche senza avere alle spalle intere legioni di esperti e cacciatori di tendenze che per ogni stagione girano il mondo—reale o virtuale—e poi ne riassumono le tendenze in fatto di estetiche e colori a uso degli uffici stile dei marchi di moda o di aziende come Pantone, basta dare tenere d’occhio elementi come i poster e i volantini, le grafiche che finiscono sulle t-shirt, i video musicali, le palette dominanti nelle nuove app, le illustrazioni pubblicati dai giornali e dalle riviste più prestigiose (o da quelle più “indie”).
Ovviamente non è così semplice, ma anche solo pensando a quelle che sono state alcune tra le ultime mode in fatto di design (nel senso più ampio del termine: dalla grafica agli interni, passando per il fashion design), tornano alla mente l’anno del nero e fluo, l’anno del bianco+ciano+magenta+giallo, l’anno dei verdi, gialli e rosaarancio tropicali, l’anno del pastello, quello dei verdini-azzurrini-rosini acquosi e acidini del seapunk, l’anno dei primari stile Material Design di Google…
Proprio andando a cercare certosinamente tra pubblicità d’epoca, riviste, copertine di libri, sfilate e manifesti, Katie Greenwood, che di mestiere fa la ricercatrice iconografica, ha rintracciato quelle che possono essere considerate come le “palette dell’anno” per ogni singolo anno del Novecento, accompagnandole con un’immagine che ne mostra e riassume i colori (ma anche lo stile grafico dominante in un dato periodo e, in senso più largo, quello che era lo “spirito del mondo”, più cupo, ad esempio, in tempi di guerra ) e i loro corsi e ricorsi storici e pubblicando tutto in un libro intitolato 100 years of color.