I rumori in presa diretta: quello del fiume che scorre, quello del vento che soffia sul microfono o tra i rami delle piante. Le voci e le risate degli operai che tagliano gli arbusti, pesano il raccolto, mettono a bollire e sbucciano i rami, raschiano foglie e tegumento. Lo sciacquettio, ripetitivo, rassicurante ipnotico.
C’è tutta la delicatezza e la poesia dell’estetica giapponese in questo filmato che non soltanto mostra le fasi di produzione della carta washi, uno tra i più pregiati tipi di carta al mondo, realizzata artigianalmente e con alle spalle una tradizione millenaria.
Tra l’altro, l’anno scorso, questa particolare lavorazione è stata inserita dall’Unesco tra i “patrimoni immateriali” dell’umanità.
Usata inizialmente soprattutto per le porte e le lampade, la washi è stata e viene ancora utilizzata per non far inumidire gli abiti, oltre che come carta da pacchi, per scrivere e per disegnare.
Tra le zone di produzione della carta Washi, una delle più famose è il villaggio di Kurotani, in cui ininterrottamente da ben otto secoli la maggior parte degli abitanti si tramanda di generazione in generazione quest’arte antica.
Il consiglio che mi sento di darti, prima di cliccare su play, è di mettere le cuffie o comunque fare in modo di non avere altri rumori attorno, così da entrare più in profondità in un’esperienza capace di rasserenare anche il più ansioso e indaffarato.
Perché il video in sé è un piccolo gioiello che, come accennavo in apertura, con spirito e tempi tipicamente orientali si sofferma sui particolari apparentemente superflui, sulle meraviglie della natura che circonda il villaggio, su un fiore, su una goccia che cade.