Nel 2007 l’artista e filmmaker polacco Artur Żmijewski presentò durante la 12esima edizione di Documenta, a Kassel, un video intitolato Them, che raccontava un workshop in cui Żmijewski invitò attivisti polacchi di destra e di sinistra, donne cattoliche e giovani ebrei a intraprendere una conversazione sui temi sociali, non tanto a parole, quanto piuttosto utilizzando i disegni (bellissima la conclusione, in cui i lavori vengono dati alla fiamme: come nel racconto di Bruno Munari, nel suo libro Fantasia, del laboratorio tenuto in una scuola elementare di Milano, in cui alla fine un albero costruito e disegnato dai bambini «è distrutto, ma quello che resta non è un modello da copiare, bensì un metodo progettuale, qualcosa che permetterà di costruire altri alberi quando si vuole […]»).
Ispirato dall’opera di Żmijewski, il suo connazionale Paweł Althamer portò alla biennale di Berlino, nel 2012, il suo Draftsmen’s Congress, il Congresso dei Disegnatori, spingendo gli spettatori a disegnare sui muri di un chiesa vuota—la St. Elisabeth-Kirche—offrendo uno spazio comune e democratico in cui nessuno è più importante di un altro—l’artista come il bambino, il dilettante come il professionista—e tutti possono esprimersi liberamente attraverso le immagini, magari andando a coltivare un dialogo (ma perché no, anche uno scontro) con gli altri partecipanti.
Da allora il progetto di Althamer è cresciuto e l’artista ha iniziato a portare il congresso in tutto il mondo, da Roma a Pechino, passando per Kiev, Varsavia e New York.
Quella che inaugurerà il prossimo 8 ottobre (e si chiuderà l’8 novembre) è la prima tappa torinese, organizzata da Nero e realizzata in collaborazione con la Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli e l’Istituto Svizzero di Roma.
Al primo Congresso dei Disegnatori di Torino, ospitato nei 700mq degli spazi di Toolbox Coworking, parteciperanno Althamer e i suoi collaboratori, dieci artisti svizzeri, lo staff di Nero e ovviamente artisti locali, semplici cittadini, pensionati, bambini… chiunque vorrà, visto che l’ingresso è libero e le tecniche ammesse sono tantissime,dalla matita al collage, dalla pittura al carboncino.
Inoltre per tutto il mese ci sarà una serie di workshop (vedi programma).
Se poi ti stai chiedendo perché “congresso”, visto che non ci sono dibattiti né conferenze né incontri al vertice, basta fare a pezzetti la parola: con- gredior, procedo insieme.