C’è quella cosa che succede talvolta, quando un fotografo e il soggetto si ritrovano l’uno davanti all’altro, con l’obiettivo che inquadra, il corpo-macchina pronto a scattare, l’otturatore ad aprirsi e a lasciar entrare la luce… C’è quella cosa che succede, che muove le molecole d’aria tra un corpo e obiettivo — estensione dell’occhio e del corpo del fotografo — e le carica di elettricità. C’è quella cosa che succede, e quella cosa si chiama desiderio.
Desiderio — quello “strano campo magnetico” come l’ho chiamato qua — che è poi il vero protagonista di tante foto erotiche (o considerate tali: ché non c’è bisogno di corpi nudi, vedo-non-vedo per tirare in ballo l’eros e il suddetto desiderio), come dimostra questo libro intitolato Desire. New Erotic Photography, a cura di Patrick Remy.

Critico e giornalista specializzato in fotografia, oltre che art director, docente e autore di svariate monografie e raccolte, Remy ha selezionato 32 artisti (di 20 paesi, tra cui l’unico italiano: Massimo Leardini) per quella che, a suo parere, può essere considerata una summa della fotografia erotica contemporanea in un’era in cui, tra neo-puritanesimo e pornografia a portata di mano (come racconta Remy in questa intervista), è difficile riuscire a definire cosa sia erotico e cosa non lo sia.
Eppure l’autore sembra esserci riuscito a benissimo, a definire l’immaginario erotico dei primi anni del XXI secolo, attraverso gli scatti di artisti come Evan Baden, David Bellemere, Sergey Bratkov, Quentin de Briey, Tiane Doan na Champassak, Gareth McConnell, Aaron McElroy, Anne-Constance Frénoy, Kava Gorna, Hannah and Joel, Thomas Hauser, Noritoshi Hirakawa, Whitney Hubbs, Paul Kooiker, Ana Kraš, Calin Kruse, Sasha Kurmaz, Massimo Leardini, Jonathan Leder, V. Alard Lisbet, Chiko Ohayon, Mark Peckmezian, Henrik Purienne, Hester Scheurwater, Lina Scheynius, Nick Sethi, Jean-Vincent Simonet, Synchrodogs, Esther Teichmann, Jeanne Tullen, Chris Verene e Logan White — la gran parte dei quali, è giusto farlo notare, è fatta di uomini, ma c’è anche qualche donna e un paio di “duo”.

foto: Kava Gorna

foto: Jonathan Leder

foto: David Bellemere

foto: Henrik Purienne
