Ti ricordi che dicevamo sempre che quando saremmo diventati vecchi avremmo frequentato uno di quei circoletti per anziani che abbiamo qua attorno a casa nostra? Quello del parco dove portiamo nostra figlia, per esempio, dove la domenica tante volte fanno le crescentine e il vecchietto al bar è sempre un po’ brillo e poi c’è la signora secca secca che ha gli orecchini giganteschi e a palla e gioca a carte mentre al piano di sopra fanno lezioni di ginnastica e dal parco vedi quelle sagome muoversi lente, dietro alle finestre?
O quell’altro circolo, quello vicino alla palestra di judo, col barista che ci sente poco e sbaglia a fare i caffè e la sala del bingo è sempre piena e c’è sempre chi si non capisce il numero giusto perché il sei il nove a una certa età si confondono e il quattro e l’otto hanno un suono talmente simile…
O quell’altro ancora, dove il martedì e il giovedì si cena e si balla e le signore tirano fuori l’abito buono e pieno di lustrini e si scambiano i mariti a cui hanno fatto il nodo della cravatta, ma solo per un ballo, ché poi se li riprendono i loro mariti con le cravatte storte e gli occhi che ridono e i passi incerti.
Diventeremo vecchi? Riusciremo ad andare a ballare? E, nel caso, avresti voglia di insegnarmi a ballare? E di farmi il nodo alla cravatta?
Spero non sarai gelosa se inviterò per un giro di danze un’arzilla settantenne coi capelli platino e l’abito nero pieno coi luccichini. O una delle tante coi capelli viola e la collana di perle.
Ci saremo tutti e due? O ballerai con qualcun’altro mentre io starò ad aspettarti a casa, sul comò, dentro alla cornice d’argento, in quella foto in cui sorrido e sembra che dico il tuo nome?
Comunque vada, Ethel, se anche uno solo di noi due sarà come i protagonisti di questo video, sarà andata bene.
