Lo scorso ottobre ho parlato di smart FOR city, un progetto lanciato da smart e dedicato alle start up italiane, un progetto al centro del quale c’è una nuova idea di città, e che mette in palio ben 50.000 per la realizzazione di un progetto d’innovazione in ambito mobilità, sicurezza, sostenibilità ambientale ed equilibrio vita/lavoro.
Tra tutti i progetti che hanno partecipato al concorso sono otto quelli arrivati in finale, scelti da una squadra di esperti messa a disposizione dal più grande “incubatore” italiano: H-Farm.
Si parla di panchine che ricaricano i dispositivi elettronici, un navigatore per bici che funziona attraverso segnali luminosi (così non levi gli occhi dalla strada e non vai a schiantarti coi pali o con le macchine ferme), un drone-angelo-custode pensato per zone ad alto rischio sismico che monitora (e al contempo promuove, da bravo PR elettronico) il territorio e aiuta a trovare le persone scomparse, un modulo “green” pensato per le abitazioni di periferia, una piattaforma per lo scambio di competenze (sai aggiustare un rubinetto che gocciola? Stavo giusto cercando uno che sapesse farlo!).
E ancora: un’app che segnala a chi ha la stessa app che stai liberando un parcheggio, ti aiuta a parcheggiare e ti fa pagare direttamente da smartphone, un piccolo generatore che permette di ricavare energia elettrica sfruttando l’impianto idraulico di casa tua e infine un’altra app, stavolta però per condividere in maniera efficiente i percorsi in automobile.
Niente capace di cambiare il mondo, com’è evidente, ma le belle cose di solito iniziano dal basso, da un’idea piccola piccola che s’innesta nelle abitudini della gente e che col tempo contribuisce a cambiare il panorama tutt’attorno.
In attesa di scoprire chi vincerà vediamo quali sono le idee che potrebbero rendere un po’ più reale anche nelle nostre città l’evocativo — ma spesso ancora molto lontano — concetto di “smart city”, raccontate in poche battute direttamente dai finalisti.