Quando si investiva soprattutto sul mattone e sui beni solidi in genere, c’era il Monopoly.
Poi negli anni ’80 in Italia è arrivato Crack!, dove per vincere bisognava perdere un miliardo (di lire, e da ragazzini neanche riuscivamo a immaginarlo, il miliardo: pareva un’entità astratta e infinita). Crack! tra l’altro ha avuto il merito di preparare la mia generazione alla futura crisi economica.
Ora, in tempo di future, spread, opzioni, hedge fund e altri termini che se non ti metti giacca e cravatta e ti mascheri da broker non riesci nemmeno a pronunciare, arriva Daytrader, il gioco da tavola che trasformerà tutta la famiglia in squali della finanza.
Progettato e sviluppato dallo studio di design losangelino Ital/c, che ha voluto dare al gioco un’estetica retrò, Daytrader è nato per spiegare a grandi e piccini gli spietati meccanismi finanziari. Si inizia cercando di farsi assumere (cosa che lo rende un potenziale, crudele regalo di natale per amici disoccupati) per poi iniziare a guadagnare, investire sui titoli al momento giusto e alla fine accumulare almeno 3 milioni di dollari, quanto basta — secondo le regole del gioco, che diventa quindi un potenziale, crudele regalo pure per nonni vedovi e con la minima — per ritirarsi in allegria.
Chi si ritira prima vince.