10 canzoni che non ti aspetti‬

Sono a Marsiglia per ritirare un premio e mentre pranzo con due ragazze dell’associazione che mi ha invitato in uno dei tanti localini sul porto, si avvicina un musicista che suona un medley di pezzi famosi, tra cui L’Italiano di Toto Cutugno. È un pezzo molto celebre in Francia, praticamente chiunque lo conosce e non manca di cantartelo, pensando di farti piacere, quando scoprono che sei italiano.
Chiacchierando accenno al fatto che la canzone portò a Cutugno un successo enorme, al punto che ancora oggi la canta ovunque nel mondo.
Ce n’è anche una versione in francese, mi dicono le ragazze, e mi dicono anche che è precedente a quella di Toto Cutugno.
Cioè, mi state dicendo che quella di Toto Cutugno è una cover?

1. Lasciatemi cantare: sono un finlandese
Una volta rientrato in hotel basta qualche minuto per accertarmi del fatto che no, Cutugno non ha copiato una canzone francese. Ma è vero che nello stesso anno in cui uscì in Italia, il 1983, Hervé Vilard ne fece una sua versione, intitolata Mediterranéenne:

https://www.youtube.com/watch?v=p54dd6EhJ0U

In compenso approfondendo la ricerca scopro che esistono varie altre versioni, tra cui quella di un cantante finlandese, Kari Tapio, intitolata Olen suomalainen, ovvero: Sono finlandese.

2. Se avessi un martello
In effetti è da un po’ che avevo voglia di fare una ricerca sulle canzoni italiane tradotte dall’estero.
Non è il caso del successo di Toto Cutugno, ma senz’altro è quello di Datemi un martello (1964)

che ho sempre pensato essere un originale di Rita Pavone, che invece lo riprese da Pete Seeger e Lee Hays autori di If I had a hammer del 1949, registrata dai Weavers l’anno dopo col titolo The hammer song.

In giro in seguito ne spuntarono altre versioni tra cui quella francese di Claude François — Si j’avais un marteau — ma ce n’è anche una in spagnolo e una in arabo.

https://www.youtube.com/watch?v=76RoKDYYk7c

3. Cover ma non troppo
Ho sempre saputo che Pregherò di Celentano (1962)

era la cover di Stand by me di Ben E. King (1961), ma scopro solo ora che il disco era firmato da Riki Gianco e Don Backy. Come andarono le cose? Chissà. Bisognerebbe chiederlo a Paolo Limiti.
C’è ancora Paolo Limiti in Italia? Se avete notizie, fatemi sapere.
Ci tengo molto.

4. Sognando California
Un altro pezzo degli anni Sessanta molto popolare che ne riprende uno americano è Sognando California dei Dik Dik (1966)

riscritta da Mogol sull’originale California dreamin’ dei The mamas and papas (1965).

Lo confesso: da bambino la versione italiana mi piaceva molto. Ma non ditelo in giro.

5. Stai tranquillo Simone
Rimbalzando tra un link e l’altro ho trovato alcune canzoni di cui non sospettavo una versione italiana. Una è Non piangere per me, di Simone Tomassini, versione italiana del pezzo dei Guns n’ Roses Don’t cry.

Qui l’originale del 1991:

Per quel che mi riguarda, stai tranquillo Simone. Sto ancora ridendo.

6. L’iguana dei passi tuoi
Con la versione italiana di Don’t cry, pensavo di aver già visto il meglio, poi ho trovato questa: una cover di Marco Masini di Nothing else matters dei Metallica (1991).
In principio ho creduto fosse qualcuno che si burlava del povero Marco, ma invece il pezzo esiste sul serio ed è contenuto nell’album Uscita di sicurezza del 2001.
“L’iguana dei passi tuoi, il tuo inguine diviso a orchidee” è il passaggio che preferisco. Non riesco a smettere di ascoltarlo.

Per chi non conoscesse l’originale perché ha passato gli ultimi 25 anni su una delle lune di Giove o nel manicomio criminale di Arkham:

—— INTERVALLO ——
Merita una menzione Gloria di Umberto Tozzi, canzone del 1979.

Nel 1982 la cantante americana Trevor Veitch ne fece una sua versione che vendete solo negli USA, due milioni di copie.

Ma sono tanti i pezzi italiani tradotti all’estero, spesso ricantati dagli interpreti originali, soprattutto in spagnolo e tedesco. Se ho tempo ve li cerco.

7. Libero di copiare
Anche Gigi D’Alessio di recente ha ripreso un pezzo americano (anzi, credo sia canadese, se Brian non ha cambiato nazionalità): Libero

contenuto nel suo ultimo album riprende When you’re gone di Brian Adams.

Sembra però che la cover non sia dichiarata apertamente.
Le Iene lo chiamano plagio.
Il resto è materia per gli avvocati.

8. Gli spari sopra
Non ho mai capito sopra cosa fossero gli spari di Vasco Rossi in questo pezzo

ma quando ho scoperto che si trattava di una cover di Celebrate degli An emotional fish mi fu tutto un po’ più chiaro.

Ho capito che spesso chi adatta un pezzo dall’inglese rispetta un’unica regola: mettici dentro le parole che ci stanno. Al senso se mai pensiamo dopo.
Con lo stesso principio Vasco di recente ha ripreso anche un’altra canzone, Creep dei Radiohead.

La sua versione si intitola Ad ogni costo

e l’unica domanda che mi viene ascoltandola è: perché?

9. I cigni di Cellino San Marco
Anni fa, quando Michael Jackson era ancora vivo e all’apice del suo successo, Albano Carrisi lo accusò di avergli plagiato una canzone, I cigni di Balaka.

https://www.youtube.com/watch?v=kuk_tQ3MLWQ

Sarebbe stata ripresa dal cantante americano in Will you be there.

Albano montò un casino internazionale, chiedendo un risarcimento milionario. Ricordo che la causa andò avanti per anni, con Albano che saltava da un’emittente TV all’altra dicendo che Michael lo aveva derubato di un suo pezzo, per altro poco noto.
Ricordavo che il tribunale italiano aveva dato ragione ad Albano, che ottenne in prima istanza il diritto a 4 milioni di lire di risarcimento. Il seguito della storia però mi era sempre sfuggito e lo scopro solo adesso: la Corte di Appello stabilì più tardi che entrambi avevano ripreso un brano degli Ink Spot degli anni’30, Bless you for being an angel, di cui erano scaduti i diritti, per cui non si configurava comunque nessun plagio.

Il pezzo era stato a sua volta rimodellato su una canzone della tradizione gospel.
La Corte d’appello stabilì anche le spese processuali fossero a carico di Carrisi, il che spiega il perché improvvisamente smise di parlarne.
Su Wikipedia è riassunta tutta la vicenda.

10. Bono Vox e Piedone l’africano
In musica le somiglianze tra un brano e l’altro ci sono ci saranno sempre. Qualcuno semplifica dicendo che le note sono 7, un luogo comune che ho sempre trovato piuttosto stupido perché gli accordi sono molti di più, e così i modi di combinarli. Altrimenti non esisterebbe nuova musica già da secoli.
E poi non ci sono solo le note ma anche c’è il ritmo, l’arrangiamento, la linea vocale che non necessariamente segue le note dello strumento base.
Ma tant’è, in ogni epoca e in ogni genere i musicisti si rifanno a dei canoni e copiare, anche involontariamente può capitare.
Su questo tema ognuno ha la sua opinione.
Di recente un’ascoltatrice di Radio DJ ha notato una somiglianza marcata tra un pezzo degli U2 contenuto nell’ultimo album e la canzone di… Piedone l’Africano?
Possibile? Gli U2 che copiano le canzoni dai film di Bud Spencer?
Giudicate voi.

editorialista
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