L’anno scorso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo ha attivato un bellissimo progetto intitolato Parlami di te, pensato per avvicinare un pubblico di non esperti alla fotografia, utilizzando il mezzo fotografico per raccontarsi e per stimolare un dialogo tra generazioni.
Durante tutto il corso dell’anno sono stati più di 400 i partecipanti agli incontri e ai workshop, culminati prima con una mostra, a novembre 2013 e ora con un libro — Parlami di te – esperienze di bricolage visivo, pubblicato poche settimane fa da Corraini — che raccoglie alcuni dei lavori prodotti ma che soprattutto traccia i percorsi di tutte le attività compiute durante i laboratori, diventando di fatto un manuale pieno di suggerimenti per scoprire, costruire, associare, decontestualizzare, imparare a leggere, mappare (e volendo anche giocare con) i ricordi e le storie, producendone di nuovi, da soli o in gruppo, magari associandoli a quelli di uno sconosciuto, in una vera e propria opera di bricolage (come da titolo), utilizzando materiali visivi già esistenti come le vecchie foto e strumenti semplicissimi come le forbici, la colla, i colori, una fotocopiatrice, dei fili.
Lungi dall’essere una mera raccolta di proposte creative — come quelle bizzarre ma sempre iper-stimolanti dei libri di Keri Smith — Parlami di te è uno strumento preziosissimo per compiere lunghi viaggi concettuali sul tema della percezione, della comunicazione e delle relazioni umane, culturali e sociali, attraverso “giochi” semplici e quasi a costo zero, supportati però da un apparato teorico capace di accendere la scintilla che poi andrà ad innescare il sacro fuoco della curiosità, sia in chi decide di mettersi all’opera praticamente sia in chi userà il libro come base per altri laboratori e altre attività.
Per uno come me, più abituato al “bricolage” che parte dalla scrittura piuttosto che dall’immagine, un saggio come Parlami di te — a cura di Carole Simonetti e Diletta Zannelli, con contributi di Luca Molinari (protagonista di uno degli incontri) e dei docenti dei quattro workshop: Claude Marzotto, Ilaria Turba, Giulia Ticozzi e Tiziano Doria — è una splendida scoperta, da celebrare andando a tirar fuori i vecchi album di fotografie per iniziare a guardarli non più solo come raccolte passive di momenti ormai congelati ma come materia attiva e vitale.