Questo non è un libro

Keri Smith - Questo non è un libro

Ci sono libri da leggere, libri da fare e libri per essere. Quelli da leggere sono la maggioranza: li tieni sul comodino, li sfogli in libreria, ne senti parlare da qualcuno o decidi di comprarli dopo una recensione particolarmente entusiasta. Puoi arrivare fino alla quarta di copertina senza averci capito un’acca o puoi affezionartici talmente tanto da riprenderli in mano dopo un po’ di tempo e rituffartici in cerca di un mondo che già conosci, rassicurante. O continuare tutta la vita ad esplorarne di nuovi, preso dalla frenesia del “chissà che mi sto perdendo”, in una sorta di dipendenza da conoscenza tipo quella di David Foster Wallace o di Albus Silente.

E poi ci sono i libri da fare. E in questo caso si tratta perlopiù manuali, stelle polari del vivere pratico, in cui man mano che ci si avvicina alla fine del volume ci si riempie la testa di nozioni e suggerimenti su cosa/come/dove fare: smettere di fumare, far crescere una pianta di bei pomodori rossi sul balcone 2×0,5m di un palazzone di periferia, riuscire a mettere a letto il pupo senza ricorrere all’odioso inganno del farlo addormentare sul proprio e poi “tradurlo” in cameretta nottetempo col passo felpato del topo d’appartamento, riuscire a memorizzare tutti i numeri di telefono dei propri amici (perché poi?), vincere a Texas Hold ‘Em e rimorchiare con la badante di tua nonna, usare twitter per fare marketing (vedi il “gran successo” di #guerrieri, ad esempio) e amenità simili.

I libri per essere sono i più rari. Sono quelli che ti cambiano. Per sempre. Sono quelli che ti (ri)svegliano e ti fanno mettere in discussione quel mucchietto di illusioni che pensavi fossero idee prima di scoprire che si trattava solo di proiezioni di quell’insieme di cose materiali che andavano a costituire la tua identità. Di libri per essere, in una vita, se ne aprono pochi. E non farti ingannare dai risvolti di copertina dei manuali di life coaching e spazzatura simile: l’unico “essere” che potrebbero aiutare è il “ben-essere”, quello economico dell’autore e della casa editrice.

Poi ci sono i libri di Keri Smith, che non sono propriamente da leggere ma tutti da fare. Dei manuali? Più o meno: sono raccolte di esercizi pratici, che però aiutano a vivere meglio. Ad essere, appunto, ma senza stravolgerti la vita. Semplicemente aiutandoti, nella maniera più pragmatica e “americana” possibile, a cambiare il punto di vista, ad andare fuori rotta, sviluppando il famoso pensiero laterale attraverso una serie di attività che dai suoi libri (a partire dal celeberrimo Wreck This Journal), tutti determinatissimi innanzitutto a destabilizzare e pian piano distruggere ogni riverenza verso l’oggetto-libro in sé, costringono il lettore/esploratore ad uscire dalla pagina e (ri)scoprire il mondo prendendolo con ironia, come fosse un gioco. E il cammin facendo, neanche te ne accorgi, diventa cammin essendo.

Appena dato alle stampe dall’unico editore italiano che sul sottilissimo filo tra essere e fare ha sempre passeggiato con scioltezza e credibilità—mi riferisco ovviamente a CorrainiQuesto non è un libro è il miglior regalo che potresti farti o fare ad un amico che non guarda mai per aria, che non si fa mai una camminata per il solo gusto di andarsene in giro, che si trascina tra un impegno e l’altro pur di non pensare e ha il comodino pieno di manuali per fare questo e fare quello ma poi si sveglia ogni mattina e si sdraia ogni sera senza ricordarsi mai, nemmeno per un minuto, di essere davvero.

Keri Smith - Questo non è un libro

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