Con un cognome come il mio, spesso storpiato più o meno volontariamente e ironicamente in Sgarbati, Sbagliati, Barbieri, Barbato, Sbarbuto, Sbarbrutto, Sbarbie, Sbarbari e via dicendo non potevo non accogliere con piacere l’arrivo di Sbarbino (altra storpiatura a cui ho dovuto abituarmi da ragazzino, assieme a Sbarbina, ossia fighetta), che però in questo caso trattasi di lampada ispirata al classico pennello del barbiere, rivisto in formato gigante e trasformato in una lampada dalle linee retrò.
L’autore del luminoso pennellone è Vito Nesta, giovane designer pugliese che ha evidentemente un passione per il surrealismo e l’abitudine a ingigantire i ricordi. In tutti i sensi. Dopo Sartoria, una collezione di accessori per la tavola e la casa ispirati a sua nonna, sarta: i bottoni diventano piatti, i ditali e gli aghi dei vasi, i rocchetti dei portacandela e i gomitoli dei sale&pepe ingranditi. Tutto in ceramica.
Con Sbarbino invece, realizzata in vetro e ceramica ricoperta d’argento, Vito ha voluto rendere omaggio a suo zio, un vecchio barbiere di quelli di una volta (cioè ultra-contemporaneo, visto che i cicli naturali della storia a volte si sincronizzano con le mode hipster…).