Inside #Lumina | intervista a Linda Cavallini

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Qualche giorno fa ho parlato di Lùmina, un fumetto che potrebbe aprire nuove scenari nel settore comics, sia per le modalità di auto-finanziamento (attraverso il crowdfunding) che per le tecniche di produzione (una nuova tecnica di colorazione, ribattezzata hyperflat, e la stampa in esacromia).
Per approfondire il progetto i due autori di Lùmina Emanuele Tenderini e Linda Cavallini hanno rilasciato una serie di interviste a noi di Frizzifrizzi ed altri magazine online, ciascuna focalizzata su diversi aspetti.
Noi abbiamo parlato con Linda dei personaggi della storia—in queste pagine anche alcune immagini in esclusiva sullo studio dei vari personaggi—ma il consiglio è di leggere anche le altre uscite finora: su Bobos e Picame.

Ciao Linda, so che hai curato tu il “character design” dei vari personaggi di Lùmina. Da quel che ho potuto vedere finora il progetto ha uno storytelling piuttosto complesso, ispirato sia alla fantascienza che al mondo fantasy e sono curioso di capire come avete lavorato tu ed Emanuele: siete partiti dai personaggi e poi avete creato loro un mondo (anzi un multiverso!) tutto attorno o viceversa?

È stato un processo in più fasi intrecciate assieme. Inizialmente abbiamo visualizzato l’atmosfera, il mood estetico e narrativo. Sapevamo che volevamo raccontare la storia di un antico pianeta, di due fratelli e di un essere potentissimo che non fosse né malvagio né buono, una divinità con la forza devastante della natura, che appunto non è certo cattiva, ma nemmeno clemente. Man mano che cresceva la storia il pianeta si popolava di personaggi, di conseguenza le figure nuove che iniziavano a muoversi creavano anche nuove situazioni, sottotrame e dinamiche. Il viaggio che compiono i nostri protagonisti tocca una serie numerosissima di popoli di Lùmina, ognuno con i suoi usi e costumi, ognuno con un posto preciso nella società del pianeta e con un ruolo nella nostra storia.

Fruff
Fruff

Qualche giorno fa tu ed Emanuele avete pubblicato su YouTube il primo di una serie di video dedicati ai personaggi di Lùmina. Nel video racconti brevemente Fruff, il bizzarro “coso” morbidoso—o “l’animaletto Morositas”, come l’hai definito tu. Immagino che Fruff sia l’elemento comico o comunque buffo della storia. Com’è nato il personaggio?

Volevamo un animaletto mascotte che facesse da spalla per i nostri eroi. Ovviamente adoro gli animali. Ne ho studiati molti per Lùmina, una specie di bestiario. Fruff ha semplicemente vinto al casting! Anche lui ha un ruolo fondamentale nella nostra storia.

Ci sono scrittori che quando lavorano su un romanzo scrivono delle biografie lunghissime e iper-dettagliate per ciascuno dei personaggi, per poi intrecciarle con la trama della storia, spesso lasciando fuori dal romanzo stesso gran parte del materiale che comunque, in qualche modo, traspare dal carattere dei personaggi. Tu in che modo hai “costruito” l’indole, il linguaggio, i tic dei protagonisti di Lùmina?

Io non sono una sceneggiatrice né una scrittrice. Mi piace raccontare storie, è vero, ma non nell’accezione di “sequenza di eventi”. Sono certa che se pensassi così non riuscirei ad essere minimamente interessante. Quello che cerco di raccontare è quello che succede ai miei personaggi mentre io lo vivo con loro, perché sono (con) loro mentre vivono le varie vicissitudini, in una sorta di allucinazione da schizofrenica…
Una volta che conosco più o meno l’andamento della storia non posso che concentrarmi per conoscere i personaggi come fossero persone reali. Non devo scriverlo, perché lo so, io so come si comporterebbe Kite in una determinata situazione perché io sono Kite!
Questo vale per tutti i personaggi. Sono ognuno di loro, compresi sentimenti e simpatie reciproche. Ho un pianeta di persone in testa, contemporaneamente! Sono messa bene eh?

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Miyazaki, Final Fantasy, Naruto, Dragon Ball sono tra le ispirazioni dichiarate del progetto Lùmina. Nell’intervista che ha rilasciato ai nostri amici di Bobos, Emanuele ha anche aggiunto alla lista Uncharted, Bioshock, Mass Effect, Killzone, God of War, The Last of Us, Journey e Battlefield, ma anche i documentari sulla natura e il macro-tema delle biotecnologie, oltre ovviamente alla fisica (vedi la teoria delle stringhe, che in qualche modo “spiega” il multiverso). Ti sei ispirata a personaggi reali o magari a qualche protagonista di un videogame o comunque del mondo della fiction?

Gli stessi autori, artisti e videogiochi citati da Emanuele sono stati di grande ispirazione anche per me. Non ho un riferimento specifico particolare, è più un “mood”, una sensazione di seguire un certo tipo di retaggio estetico, e dentro questo pentolone ci butto dentro di tutto. Della “realtà” non prendo i personaggi, prendo le dinamiche tra le persone, le sfumature dei sentimenti, le gestualità e i “pesi” degli equilibri. Non c’è una persona reale in Kite, o in Miriam o in qualsiasi altro personaggio di Lùmina. In ognuno di loro c’è la somma di migliaia di persone viste e intraviste nel corso della mia vita, anche sconosciute.

So che in passato hai lavorato come costumista e sarta di scena per una compagnia di danza quindi hai “ritagliato” un abito addosso a un personaggio anche nel mondo reale. Quanto ti ha influenzato quest’esperienza nella creazione del “look“ dei personaggi? E da dove cominci quando lavori su quest’aspetto?

Sinceramente mi viene tutto molto spontaneo. Come per l’illustrazione anche nel campo della sartoria avevo sviluppato un livello professionale tale da potermi appoggiare a degli automatismi. Ora nel creare il look ai personaggi di Lùmina attingo a quel tipo di dna, addirittura liberandomi rispetto ai limiti “reali” del cucire un vestito, come per esempio il pormi problemi sul fatto che il vestito possa scucirsi se il ballerino fa una spaccata troppo ampia…

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Hai fatto un qualche tipo di ricerca iconografica per la creazione dei costumi? E se sì, di che tipo (vecchi film, copertine di libri…)?

Sono anni che realizzo sketchbook con l’idea di giocare un po’ con i costumi dei miei personaggi. Non dico di essermi basata necessariamente su materiale che avevo già pronto, però come ti dicevo prima ho un dna portato per la creazione dei costumi.
Nel caso di Lùmina, sicuramente c’è stato un mix tra questo background e un po’ di documentazione di costumi folkloristici e qualche sfilata di moda “avanguardistica” (ci sono degli stilisti che reputo dei veri e propri folli, che creano opere d’arte indossabili anche se per niente comode!).

Ti sei ispirata a qualche fashion designer per il lavoro fatto sugli abiti dei protagonisti? E quali sono i tuoi stilisti preferiti?

È un mix di migliaia e migliaia di megabyte di immagini scovate nei meandri della rete. Non posso dirti un nome preciso perché è una somma di elaborazioni e dettagli che mi portano ad assorbire tutto come una spugna (ma anche nel corso degli anni eh!) e poi riversarlo nelle mie creazioni. Di sicuro trovo affascinante il “design” di molte culture tribali africane come quella degli Himba (possono considerarsi fashion designer?).

Miriam
Miriam

Ti capita mai di guardare un film di fantascienza o una serie fantasy e magari, conoscendo già il romanzo o il racconto da cui sono tratti, di pensare che chi ha realizzato i costumi sia andato completamente fuori strada?

Guarda, sinceramente no. Rispetto sempre le visioni personali di qualsiasi professionista, ognuno ha il suo modo di vedere le cose che non deve necessariamente allinearsi al mio.

Che ne pensi del fenomeno “cosplayer”? Io non amo particolarmente (o per meglio dire: non amo per niente) quella scena, se così si può chiamare, ma credo che per chi ha creato un personaggio vederlo “interpretato” da qualcuno in carne ed ossa, da un fan, sia una bella soddisfazione. Ti piacerebbe vedere prima o poi in qualche festival del fumetto qualcuno vestito come Miriam, Juba, Oleg, Voin…?

Io in realtà li amo spudoratamente. È una partecipazione, sai. È un voler far parte di un mondo di creatività magari non sapendo necessariamente disegnare. Sono una comunità di trasformisti che mi affascina e mi trasmette un sacco di gioia. Perché alla fin fine, non deve essere per forza tutto marketing o “calcoli matematici”. C’è la spontaneità di un coinvolgimento, festoso, fresco e spontaneo, vero nutrimento, per chi lo vuole accettare, per un possibile futuro del mercato dei fumetti. Va da sé, quindi, che adorerei vederne a decine, di cosplay dei miei personaggi!

Ce n’è uno, di personaggio, al quale ti sei più affezionata?

Li adoro tutti i miei cari personaggi!

Miriam
Miriam
Kite
Kite
Kite
Kite
studio per il personaggio di Kite
studio per il personaggio di Kite
studio per il personaggio di Kite
studio per il personaggio di Kite
studio per il personaggio di Kite
studio per il personaggio di Kite
Juba
Juba
studio per il personaggio di Juba
studio per il personaggio di Juba
studio per il personaggio di Juba
studio per il personaggio di Juba
studio per il personaggio di Juba
studio per il personaggio di Juba
Nohea
Nohea
Shani
Shani
Oleg
Oleg
Lu'ay
Lu’ay
Voin
Voin
Fej Farok
Fej Farok
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