Ieri, la mostra di Amalia Mora ispirata all’omonimo capolavoro della scrittrice ungherese Ágota Kristóf, si è chiusa il 5 aprile (e non provare a dire che non sapevi che c’era perché te l’ho consigliata a tempo debito!), le illustrazioni sono state tolte dai muri della galleria Adiacenze…
… e chissà se i due metafisici e inquietanti bambini affrescati nei sotterranei sono ancora lì nel sotterraneo ad amplificare la claustrofobia degli spettatori che uno a uno s’infilavano giù per le scale?
Quel che è certo è che l’animazione video che accoglieva i presenti nel suo loop ipnotico e nevrotico—una nevrosi che solo l’apparente calma della ripetizione ossessiva riesce a provocare—ora è in rete, accessibile a tutti, a patto di esser pronti ad affrontare le atmosfere di Ieri della Kristóf, efficacemente “vestite” dei segni in movimento di Amalia Mora che insieme alle musiche (composte dal violoncellista Mattia Cipolli) ne amplificano ulteriormente il senso di oppressione.