La simmetria dei film di Wes Anderson

In matematica non sono mai stato molto promettente.
Il mondo al di là delle equazioni di secondo grado mi è oscuro ma forse proprio per questo lo trovo affascinante, quasi come se al di là del confine che i miei zoppicanti studi hanno tracciato ci fosse semplicemente la meraviglia, esattamente come dietro la cima della collina che vedevo da bambino dalla finestra di casa ma non avevo il coraggio di superare, finché un giorno decisi di andare (partendo stile Hello Spank che scappa di casa: con zainetto “con tutto il necessario”—chissà poi che c’era in quello zainetto… Nel mio biscotti, coltellino svizzero, binocolo, una strana maschera/occhiale gialla con le lenti arancioni che usai pure quando decisi di diventare supereroe, e se non ricordo male nello zaino—un Jollino Invicta—mettevo pure la mia collezione di minerali, che non si sa mai quando può tornarti utile una corniola).
Quando arrivai su, con la mia gatta da guardia Nerina che mi controllava da lontano e se mettevi il binocolo al contrario sembrava solo un puntino bianco che avanzava lento nel marrone dei campi, oltre la collina scoprii che c’erano altre colline e dietro a quelle altre ancora.

La matematica funziona così: quando riesci a superare una collina dietro ne trovi sempre altre e dietro ancora alte montagne scoscese—la più alta e misteriosa quella dei numeri primi—sulle quali i matematici, che sono tipi avventurosi e notoriamente muoiono giovani, non vedono l’ora di arrampicarsi.
Ecco, dei matematici ho sempre invidiato la capacità di vedere anche nelle cose più insignificanti la bellezza assoluta dell’ordine universale.

Io e te possiamo guardare una foglia, una zolletta di zucchero, un vaso, una statua, un tizio di nome Otto e un film di Wes Anderson e vedere “solo” una foglia, una zolletta, eccetera eccetera. Un matematico, lì, vedrebbe il miracolo della simmetria e la simmetria è un concetto talmente affascinante per uno che maneggia numeri che studiarla può avere anche i suoi lati oscuri e partorire ad esempio un mostro.

Un matematico, però, non la chiamerebbe simmetria ma invarianza rispetto a un gruppo di trasformazioni.
E, sì, pure i film di Wes Anderson (anche lui un maestro, ma di ben altro tipo, nel trovare la meraviglia nelle piccole cose) sono pieni di invarianza rispetto a un gruppo di trasformazioni e grazie a questo video possiamo vederle anche noi.

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