Quando ti ficchi in testa di fare una cosa pazza come ad esempio lanciare una rivista di cibo, in Italia, nel 2014, senza pubblicità, fatti di pezzi luuuunghi, senza rubrichette furbe, senza mettere grandi (master?)chef in copertina, confidando solo nella qualità di quel che fai e nel gusto (in tutti i sensi) del potenziale lettore su cui far pesare niente meno che il futuro stesso della rivista—se si vende si va avanti, se non si vende si chiude e tutti a casa.
Quando ti butti in un’impresa del genere prendi carta e penna e butti giù sul tovagliolino di un bar due ipotesi di scenario. Scenario peggiore: ‘sta rivista non la vuole nessuno, finché c’è budget si va avanti poi saluti a tutti. Scenario migliore: i lettori la comprano e la sostengono, cosa che per un editore, grande o piccolo che sia, equivale a vivere la più bella tra le storie d’amore.
Dopo il numero zero, uscito lo scorso settembre (qui trovi un’intervista a Martina Liverani, la fondatrice, la sognatrice, la “pazza, chiamala come vuoi), lo scenario che ha preso forma è lo scenario migliore.
Dispensa è riuscita a sostenersi da sola e sta per lanciare il primo numero ufficiale, oltre a un nuovo sito dove presto verranno pubblicati anche contenuti—ovviamente luuuuuunghi come gli articoli della rivista.
Il tema di Dispensa #1 è il nostro rapporto col cibo di origine animale. Si parla soprattutto di carne e di come la si caccia, la si alleva, la si macella, la si cucina, la si conserva, la si mangia. Il tutto su pagine che, al contrario, sono di origine vegetale—ogni numero di Dispensa infatti è prodotto con scarti di frutta e mais.
La presentazione ufficiale è prevista per il prossimo 8 marzo a Firenze dai nostri amici di Bjørk Florence ma nel frattempo si può pre-acquistare il volume direttamente dal sito (risparmiando 3 euro).