Re-Week

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Ogni anno la design week di Milano è un evento di portata mondiale e non solo per il settore: durante quelle giornate la città diventa un’enorme vetrina per marchi e personaggi di ogni tipo, dalle grande aziende della moda alle fashion blogger, dalle gallerie d’arte ai fanzinari squattrinati, dai grandi chef ai foodies a caccia di pornografia gastronomica per rimpinzare i profili instagram.

A detta dei tassisti milanesi—l’unico vero termometro delle affluenze in città dal resto d’Italia o dall’estero—dopo che le settimane della moda hanno iniziato a segnare il passo, Salone, Fuorisalone e annessi&connessi sono rimasti gli unici grandi eventi capaci di attirare a Milano, da ogni dove, una massa critica di entità colossali, tra addetti ai lavori, giornalisti, appassionati e tutta la fauna milanese che semplicemente segue la scia di feste, aperture, presentazioni, concerti, temporary shop capaci di trasformare la città, per qualche giorno in un enorme luna park a cielo aperto.

Il rovescio della medaglia—uno dei tanti, ma sicuramente il più penalizzante per chi vuole inserirsi nell’intricato programma della design week—è che i costi lievitano. I prezzi degli hotel sono inavvicinabili, nei B&B si trovano soltanto sottoscala o luminose confortevoli stanze “comodamente” a un’ora e mezza da Milano e gli spazi dove poter organizzare qualcosa raggiungono cifre inaffrontabili e i pochi a prezzo ragionevole te li soffiano via in un minuto.

Quest’anno però per i “poveracci” del design (detto con il massimo rispetto possibile da uno che è “poveraccio” a sua volta) c’è un’occasione. Si tratta di un esperimento, di un’edizione zero, con una particolarità.

L’evento in questione si chiama Re-Week e offrirà ai designer spazio per esporre i propri lavori e progetti.
La particolarità è che la Re-Week verrà organizzata in un centro sociale, ZAM, un ex-scuola ora occupata in piena zona 24 Maggio, in via Santa Croce 19.
Che c’entrano i militanti dei centri sociali con la settimana del design? Lo chiedo a Cristina Lama, dello staff di Re-Week.

Ti va di raccontarmi com’è nata l’idea, come si è sviluppata? Al di là di quanto ho avuto modo di leggere sulla pagina facebook dell’iniziativa quello che mi interessa di più è raccontare la peculiarità del progetto visto il contesto: un centro sociale è luogo piuttosto atipico per un evento di design, soprattutto durante la design week.

Il tutto è partito da Nino Mirenda, un giovane designer siciliano che lavora a Milano. Ha scelto ZAM come luogo per esporre perché è uno spazio molto grande in una posizione molto centrale, inusuale per un CSA, ma soprattutto perché i prezzi molto alti degli affitti in quella settimana l’hanno sempre frenato e perché ormai il Fuorisalone è diventato l’opposto di ciò che dovrebbe rappresentare.

Quindi l’intero progetto è nato da un singolo input. Una persona con un problema.

I ragazzi di ZAM sono rimasti molto colpiti dal racconto che Nino ha fatto e dalle sue motivazioni così gli hanno proposto di allargare la cosa a chiunque volesse partecipare e di creare un vero e proprio evento; Nino ha subito coinvolto Matteo Vilardo, un suo grande amico, anche lui giovane designer siciliano e con la collaborazione dei ragazzi di ZAM è nato Re­-Week.

D’altra parte i concetti di autoproduzione e sostenibilità, economica e ambientale, fanno storicamente parte della visione politica e sociale dei CSA.

Ai ragazzi di ZAM è piaciuta molto la critica che può essere fatta a tutto l’apparato del Salone del Mobile e del Fuorisalone attraverso un’iniziativa con Re-Week quindi pensare di poter boicottare questo sistema e in più l’idea di aprirsi a questioni a loro lontane come il design ma allo stesso tempo vicine come il riuso, l’artigianato e l’eco-sostenibilità li ha convinti definitivamente a partecipare.
Come hai detto tu l’idea di poter aiutare e dare spazio a tutti i designer, artisti, makers la possibilità di avere uno spazio assolutamente gratuito è in linea con il loro modus operandi e in più è un’opportunità per far conoscere ZAM non solo come un luogo di militanza politica, ma anche un luogo aperto all’arte e alla cultura.

Come fanno i designer a partecipare a Re-Week?
Uscirà un bando a breve [lo segnaleremo poi qui su Frizzifrizzi] e comunque possono seguirci su facebook.

Un messaggio

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