Calendario Coppi 2014

Calendario_Fausto_Coppi_packaging3

C’era una di quelle trattorie dove di tanto in tanto si andava la domenica coi parenti. Quasi uno stereotipo: pareti in legno, tovaglie a scacchi rossi, la moglie in cucina e il marito o la figlia a fare i camerieri. Il vino della casa nelle brocche da un litro col vetro spesso un dito. L’idrolitina. La crescia calda con la salsiccia cruda da spalmare sopra. I cappelletti in brodo e la condensa sulle finestre. Odore di sole d’inverno a mezzogiorno. E di interiora di pollo (dalle mie parti si chiamano maghetti) per il sugo delle tagliatelle o della polenta, piatta e cremosa, quasi liquida, stesa sulla spiendola di legno, come si prepara in centro Italia.
Alle pareti il calendario dei Carabinieri, quello della macelleria di paese e i quadri di pittori sconosciuti. L’arte naïf di un territorio è anche la sua identità: i volti squadrati dei contadini, le mani tozze sul tavolo, a stringer bicchieri o carte da gioco; querce solitarie dentro a paesaggi fatti di colline dove i campi sembrano tappeti di colori differenti messi uno sull’altro alla rinfusa.
Appena due le foto appese: una di una ragazza (forse un’altra figlia, forse la cuoca da giovane, forse sua madre, o la madre del marito) e una di Coppi e Bartali. La celebre, mitica foto del passaggio della bottiglia al Tour de France. 4 luglio 1952.

Fu lì che conobbi Fausto Coppi. Dai racconti di nonni e zii in trattoria. E ogni volta che andavamo chiedevo di nuovo la storia. Daccapo. Coppi col cuore più forte di quello di un toro. Coppi soldato in Africa, come mio nonno che già non c’era più, virato in seppia a torso nudo e col fucile in mano in mezzo alle sabbie del deserto, nella foto sul comò a casa di mia nonna. Coppi e la Dama Bianca. Coppi e la malaria (di nuovo l’Africa). E l’eterno mistero della bottiglia, che i miei parenti all’unanimità sostenevano fosse stato Coppi a passare a Bartali. Dopotutto era Coppi “il comunista”. Ed erano i comunisti quelli buoni (anche se pare che fu Bartali a passarla).

Per me Coppi è e rimane i pranzi della domenica dell’infanzia. E ogni volta che vedo quella foto sento il sapore dei cappelletti in brodo o delle tagliatelle. Il frizzare dell’idrolitina. L’odore di tabacco da pipa e quello della lacca sui capelli di mia nonna. Il posacenere Punt-e-Mes in mezzo al tavolo.
Ecco perché quando mi ritrovo davanti i ritratti del campione fatti da qualche illustratore mi sembra di vedere quelli di un mio parente. Mi sento tirato in mezzo. Come se qualcuno stesse invadendo il mio territorio con un corpo esterno (il tratto, i colori, la visione). Non riesco a essere obiettivo: tutto l’apparato di materiale fotografico e illustrazioni dell’epoca per me sono intoccabili. E un disegno di Coppi, in questa visione distorta da una ricordo forte e iper-rassicurante, per quanto bravo sia l’artista che lo realizza, equivale alla libera interpretazione di qualche estraneo dei miei pranzi domenicali. «Lui non ha capito», penso. Ovviamente sono io che sbaglio, su questo non c’è ombra di dubbio.

Trovare dunque, forse per la prima volta, il Coppi di “uno che ha capito”, mi ha spiazzato. Soprattutto perché quell’“uno” è un artista giovanissimo come Joey Guidone, illustratore di Ivrea che ha realizzato 13 splendide tavole per il nuovo Calendario Fausto Coppi, nato su idea di Marina e Fausto Angelo, i figli di Fausto Coppi, per raccogliere fondi destinati all’Associazione Cucchi (che si occupa delle cure che permettono di alleviare le sofferenze dei malati terminali e prende il nome da un altro campione, Enrico Cucchi, calciatore scomparso nel ’96, a soli 30 anni, a causa di un tumore).

Il Calendario è alla sua terza edizione ma quest’anno, per la prima volta, il progetto ha puntato tutto sul local, affidando la direzione artistica a Fargo e Picame, realtà che provengono, come Coppi, proprio dalla zona di Alessandria e che hanno totalmente ridisegnato il Calendario unendo foto inedite e contributi scritti da alcuni tra i migliori giornalisti sportivi italiani alle illustrazioni di Joey Guidone, quest’ultime frutto di una collaborazione con il Mimaster di Milano, da cui Guidone proviene.

Il Calendario Fausto Coppi 2014 si acquista online. I ricordi di famiglia—come pure l’aiuto a un’associazione laica che lavora da anni per il sacrosanto diritto alle cure palliative—sono compresi nel prezzo.

Calendario_Fausto_Coppi_2014_4

Calendario_Fausto_Coppi_2014_3

Calendario_Fausto_Coppi_2014_2

Calendario_Fausto_Coppi_2014_1

Calendario_Fausto_Coppi_packaging2

Calendario_Fausto_Coppi_packaging1

Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.