Il re della spazzatura

Quasi metà della sua vita passata a raccogliere spazzatura e a trasformarla in una grandiosa cattedrale, semi-nascosta però nel giardino dietro casa sua.
Come molti suoi predecessori, che chissà perché – come i serial killer – si concentrano perlopiù negli Stati Uniti (ricordo il grande Sabato “Sam” Rodia, del quale ho già parlato, mentre in Wisconsin c’è il Dr. Evermor, a Houston, sempre in Texas, c’è l’Orange Show di Jeff McKissack, in New Jersey c’era – è stato demolito – il Palazzo della Depressione e a Pullman, nello stato di Washington, un insegnante delle superiori con la spazzatura ha costruito un castello), Vince Hannemann ha passato anni a raccogliere spazzatura e a costruire qualcosa di speciale, di imponente, di bizzarro, per il semplice gusto di farlo.

Senza scomodare i Grandi Temi della Vita, Hannemann ha dichiarato di «voler semplicemente creare qualcosa di figo» e dal 1988, all’epoca poco più che ventenne, ha iniziato ad accumulare spazzatura e a costruirsi una cattedrale nel giardino dietro casa sua, utilizzando qualcosa come 60 tonnellate di pezzi destinati alla discarica.
L’impresa, oltre che creargli ovvî problemi con i vicini, gli ha fatto meritare l’appellativo di The Junk King, (ecco, forse la ristretta, ben poco nobile ed un po’ pazza ma simpatica casta dei re della spazzatura si concentra negli USA perché dopotutto non è che il rovescio della medaglia di una società che del consumo sfrenato di risorse, prodotti, materie prime ha fatto quasi una religione, oltre che un diritto: quasi quasi vado a rileggermi Underworld di De Lillo…).

Nel 2010 poi il dramma. Le autorità costringono Vince a demolire una parte del suo tempio e per un po’, per colpa della burocrazia, si trova nell’assurda situazione di non poter né tenere in piedi il suo capolavoro trash né demolirlo. Grazie all’aiuto di molti concittadini ora la cattedrale è salva, anche se un po’ più piccola di prima.
Poco male perché a giudicare dal breve documentario del giovane film-maker Evan Burns, uscito appena qualche giorno fa, Hannemann sembra un uomo felice, seduto sul suo trono sui generis come un vero re.

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