The Avant/Garde Diaries | Frank Leder + Kai von Rabenau

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Frank Leder è uno di quei rari fashion designers capaci di farti sentire, attraverso i suoi capi, proprio come vorresti sentirti: mensch, che in tedesco sta ad indicare l’essere umano – lontano da implicazioni di genere – ed in yiddish e successivamente nell’inglese americano l’essere umano onorevole, quello di cui ti puoi fidare, quello giusto, responsabile, non una macchietta, uno stereotipo, una sottospecie, un derivato, una caricatura d’uomo come se ne vedono tante, troppe, ogni giorno, dalla strada alla tv, dagli uffici dove lavori o vai a pagare le bollette fino (di tanto in tanto) allo specchio che hai davanti.

Diplomatosi alla Central Saint-Martin poi stabilitosi a Berlino, Leder – di cui abbiamo già parlato qui su Frizzifrizzi – si racconta in questa video-intervista di The Avant/Garde Diaries ed apre le porte del suo laboratorio mostrando come nascono le sue collezioni, da dove arriva l’ispirazione, per poi passare a presentare ed intervistare (la meravigliosità di una videozine come i diari dell’avan/guardia sta proprio in questo) Kai von Rabenau, fondatore di mono.kultur, magazine che a sua volta pubblica interviste (la parola chiave di questo post) in forma di magazine dai numeri monografici con ospiti come Dave Eggers, Dries Van Noten, Tilda Swinton, Miranda July, Ai Weiwei, Maurizio Cattelan, Gza, David Lachapelle, la regina dei nasi Sissel Tolaas e, appunto, Frank Leder.

Con mano guantata, Leder ti guida fino alla sede berlinese di mono.kultur dove von Rabenau racconta la storia  – di successo, nonostante uno squattrinatissimo inizio: in Germania cose come questa capitano – del suo atipico magazine che fa cultura senza bisogno di compromessi e senza dover riempire le pagine di pubblicità (in realtà non ce ne sono proprio) per tirare avanti.

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Quando le studi a scuola le avanguardie sono già morte. Per definizione stessa sono avanti e per sezionarle, approfondirle, spiegarle, bisogna guardare indietro, metterle in relazione con l’attualità del tempo, con l’attualità odierna (quella di cui ci tocca, volenti o nolenti, esser testimoni), con il passato. Il secolo delle avanguardie, quelle (ora) “ufficiali”, è stato il ’900. Ma oggi le avanguardie esistono ancora? Ci siamo dentro e non ce ne accorgiamo, tipo Matrix? Avanguardia è assenza di materia o ritorno alla materia? Ibridazione o purezza? Avanguardia è non essere all’avanguardia?

The Avant/Garde Diaries, video-magazine lanciato da Mercedes-Benz (che fa cultura senza stamparci sopra un mega-logo dappertutto: prendete nota, aziende della concorrenza), prova a scoprirlo chiedendo ad artisti e visionari di presentare, attraverso delle interviste, persone e progetti che anticipano il futuro. Senza velleità di scoprire La Verità ma semplicemente andando a scovare l’input giusto e lanciandolo in pasto a noi, belve affamate di stimoli.

theavantgardediaries.com
facebook.com/THEAVANTGARDEDIARIES

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