Marangoni Cioccolato

Marangoni Cioccolato
C.so Cavour 159, Macerata
marangonicioccolato.it
shop online

Le prelibatezze che il mondo ha da offrire a volte ti passano sotto il naso senza che tu te ne accorga e capita di scoprire dei piccoli tesori a pochi chilometri da dove sei cresciuto solo quando, ormai da anni lontano da casa, ti ritrovi su twitter a parlar di politica e sbeffeggiare parlamentari col delirio di onnipotenza quando scopri che dietro ad un nickname c’è una giovane graphic designer, pure lei lontana da casa, che ha una bella storia da raccontare e una (dolce) realtà famigliare, artigianale e creativa da farti conoscere.
Lei è Valentina Marchionni e, chiacchierando su skype davanti ad tè e un caffè davanti a una cassa di tavolette, gianduia con nocciole, caramelle, essenze e creme da spalmare – con un paio di chili di troppo prossimi venturi che sarò ben felice di metter su – mi racconta la storia di Marangoni Cioccolato, azienda cioccolatiera maceratese che è il prodotto di un’intera famiglia al lavoro su un sogno fatto di cioccolato, materie prime, abilità alchemiche e comunicazione.

Ciao Valentina, come uno stalker ti ho riempito di domande su twitter finché la cassa di delizie che mi hai spedito non mi ha tappato definitivamente la bocca.
Ora eccoci qua, a far virtualmente colazione insieme davanti ad un computer. Raccontami la storia di Marangoni Cioccolato.

La mia colazione consiste in massicce dosi di caffè, niente più, anche se in realtà mia nonna mi ha appena preparato la spremuta d’arancia…
Da dove cominciare? La storia si perde nella notte dei tempi. La mia famiglia prima della guerra aveva una panetteria, quando questo significava semplicemente produrre faticosamente pane e mettere a disposizione un forno agli abitanti della città (che in questo caso è una citta di campagna, piccola dove tutti si conoscono).
Poi nel corso degli anni la semplice panetteria si ingrandì e divenne anche una pasticceria: la guerra era finita, mio nonno era tornato dalla prigionia in Albania e, al mare dove era stato mandato a riprendersi, conobbe mia nonna.
Questo per dirti che siamo qui da parecchie generazioni.

E quando da pasticceria vi siete trasformati in cioccolateria?

Dopo parecchi anni di lavoro duro (perché fare i panettieri e i pasticceri prevede di alzarsi in piena notte, impastare, fare e risolvere problemi) negli anni ottanta a Macerata c’erano troppe pasticcerie e per sopravvivere dignitosamente mia madre con i suoi due fratelli ebbero la brillante idea di sperimentare il cioccolato.
Circa 30 anni fa, insomma è iniziata la sperimentazione. Dopo qualche anno abbiamo chiuso pasticceria e panetteria e ci siamo dedicati solo al cioccolato.
Io sono entrata in gioco da qualche anno, ovvero da quando faccio la graphic designer: dopo venti anni l’immagine dell’azienda doveva essere svecchiata perché non corrispondeva più al tipo di prodotto che facevamo.

Tu vivi a Roma, giusto? E lavori coma grafica a tempo pieno?

Io sto a Roma, lavoro come freelance da un paio d’anni (diciamo con risultati altalenanti per quanto riguarda la sopravvivenza). Mio fratello invece si occupa più dell’organizzazione, della pianificazione e delle pubbliche relazioni e vive a Barcellona.
L’ultima generazione, la mia, è diffusa e liquida, mentre mia madre e mio zio sono molto radicati sul territorio.
Per non parlare di mia nonna che a 83 anni continua imperterrita a stare in negozio: la chiamiamo la regina madre.

Da dove sei partita per lavorare sulla nuova immagine? Lo stile minimale che le hai dato secondo me si accosta davvero bene al logo storico.

Il logo Marangoni lo ha progettato mio padre – che ha fatto il grafico per parecchi anni – quando io ero bambina. Parliamo di circa 30 anni fa. Si rinnovò il negozio e l’immagine.
Nonostante sia un logo forse un po’ datato, è comunque ormai entrato a pieno titolo nell’immaginario locale, quindi qualsiasi restyling andrà fatto lentamente e a step.
Nel frattempo l’immagine che era stata costruita sul cioccolato era forse troppo legata all’idea di tradizione. Andava elevata un po’. Cartoncini, decorazioni, colori metallizzati… Con il tempo l’immagine aveva perso di senso organico.
Ad un certo punto, quindi, mi sono imposta di provare a progettare le 9 tavolette di cioccolato, per prima cosa perché serviva una scatola che proteggesse il prodotto, mentre 4 anni fa avevamo ancora la fascetta introrno alla carta argentata…

Mi piace molto il numero del lotto scritto a mano sul retro. Mi ricorda i libri o le stampe in edizione limitata ed è come se rimarcasse il concetto di ogm ed msg [materie sostitutive grasse, n.d.r.] free, che è costante nei vostri prodotti.

Considera che noi facciamo una produzione artigianale, quindi pezzature piccole.
E’ stata una mediazione, la scadenza ed il lotto scritti a mano per non sprecare magari centinaia di packs.
Inoltre sono due anni che cerchiamo di fare delle “politiche” interne ed esterne mirate a migliorare la nostra impronta ecologica.

E com’è – penso soprattutto a quand’eri bambina – vivere in un laboratorio di cioccolato, vedere “i grandi” che fanno esperimenti…
Immagino che i tuoi compagni di scuola non vedessero l’ora di venire a casa tua.

Quand’ero piccola avevamo un laboratorio di fronte a casa (considera che noi abbiamo casa sopra al negozio, insomma tutto circola liberamente da sopra a sotto). Il laboratorio vero e proprio era occupato ancora dalla pasticceria.
Era tutto molto sperimentale, facevamo soprattuto le Uova di Pasqua e poco altro.
C’è voluto l’arrivo del mio zio più giovane, Alfredo, che ha solo 10 anni più di me e quindi all’epoca era adolescente, per dare la svolta.
Lui è mostruosamente bravo con gli abbinamenti.
Poi abbiamo affinato i prodotti, la frutta ricoperta, la pralina… La nostra produzione è in divenire per definizione. Anche per questo il mio lavoro è pressoché infinito.

Infatti mi piace moltissimo l’idea – che traspare pure dal sito – di laboratorio di famiglia, continuamente in progress.
E, dimmi, a te piace il cioccolato?

Non credo esista gente a cui il cioccolato non piace. Se non ti piace è perché hai mangiato prodotti di cattiva qualità.

O sei allergico (per fortuna non è il mio caso, e lo dico con la bocca piena di tavoletta 06).

A me ovviamente piace, certo se mi chiedi di cosa mi ingozzerei, ti dico piuttosto penne all’arrabbiata. Sono amante del salato.
Il cioccolato, alla nanni Moretti, non mi piace: sono più da assaggio.

Pure la mia compagna, che è qui accanto a me e che dice che la Spalmina dovrebbe esser messa fuori legge!

La spalmina: una mia amica l’ha soprannominata spalmeroina.

A proposito di Spalmina, perché comprare quella al posto di quell’altra, quella famosa che finisce per “-ella”?

Per prima cosa perché c’è una percentuale di pasta di nocciola (piemontese) altissima, poi perché è un prodotto praticamente fresco: mio zio Alfredo la rifà una volta ogni 15 giorni, e, all’occorrenza anche più spesso.

Quindi la compri e ti ritrovi una crema di cioccolato appena fatta e fondamentalmente mai identica a se stessa?

Esattamente.
Questa cosa per esempio mi viene spesso “rinfacciata” dal mio compagno, che invece ama gli standard.
Ma dopotutto anche gli ingredienti base non sono mai perfettamente uguali. Stiamo parlando di cibo. Per fortuna non è sempre uguale, no?

E il tuo cioccolato Marangoni preferito?

Vado a periodi: per esempio adesso sono appassionata del fico con la noce, bagnato nel rum.

[Con gli occhi che mi si illuminano, ficco la testa nella scatola, rintraccio la prelibatezza appena descritta da Valentina, scarto e assaggio. Nel frattempo lascio parlare lei]

In altri momenti è l’albicocca che catalizza la mia attenzione.
Oddio, ultimamente ci siamo mangiati in due un chilo di Novembrine in una settimana…

Ho visto dal sito che fate anche laboratori e corsi.

Sì, abbiamo spesso delle visite di bambini e di scolaresche. Una sorta di Willy Wonka Tour.
Stiamo organizzando laboratori più consistenti con una associazione di Macerata che si chiama Les Friches per il dopo Pasqua (loro sono molto brave).

Non volevo nominarlo Willy Wonka per paura di sembrare banale. Ma visto che l’hai fatto tu… grazie. Adoro la storia.

E’ una delle storie preferite di mia madre, quella di Roald Dahl.

Lo adoro anch’io. A mia figlia ho letto praticamente tutti i suoi libri! Il mio preferito è Le streghe

Io amo spasmodicamente Gli sporcelli.

Tornando a tuo zio Alfredo, l’alchimista del cioccolato, sai se ha un sogno “proibito” tipo cioccolato alla mortadella, per fare un esempio.

Credo che ultimamente si sia fissato sul candire tutto. Vorrebbe candire anche i capperi e ricoprirli di cioccolato.
Ha questa fissa, perché è amico da anni di due fratelli siciliani di Noto che sono dei geni della pasticceria, i fratelli Assenza.
Credo che sia colpa loro se l’anno scorso si è dedicato alla canditura dei peperoni (ma questi sono solo esperimenti, niente ancora è passato per il negozio).

E lo shop online come va? Funziona? Io non sono abituato a comprare cibo e affini sul web.

Per ora è un esperimento, come tante altre cose che abbiamo fatto.
Ma c’è un motivo, un filo rosso che collega l’e-shop con la clientela in altre regioni d’italia che non trova sempre i prodotti disponibili nei vari rivenditori o che ha provato il prodotto e non riesce a reperirlo, ad esempio dopo le martellanti campagne che sta facendo mio fratello a Barcellona.
In verità nemmeno io comperei un prodotto, senza conoscerlo, soprattutto se si tratta di cibo.
Ma se invece per esempio lo conoscessi e mi piacesse molto e non riuscissi a reperirlo… beh allora sì che lo comprerei. Farei le scorte.

Concludendo: l’idea che mi sono fatto assaggiando i prodotti, conoscendo te, guardando il sito ed ascoltando le tue storie è quella di un laboratorio di famiglia

Sì, il fatto è che siamo tutti impegnati su più fronti, non solo quello del cibo, della sperimentazione “alchemica” del gusto. Ognuno di noi mette a disposizione “open source” una parte del suo bagaglio di esperienze.
Io con la grafica e l’illustrazione, mio fratello con la musica e incursione in ambienti distanti dal cioccolato (gallerie d’arte di Barcellona, mercatini arts&crafts), mio zio – il più grande – che insegna all’Accademia di Belle Arti di Macerata che porta a mangiar cioccolato personaggi come Franco B, oppure Ascanio Celestini.

Si sogna e si lotta insieme giorno per giorno, dunque.

Proprio così.
Ma nella scatola che ti ho spedito c’erano le Novembrine?

[Cerco ma non le trovo. Che se le sia mangiate tutte Ethel? Mi fa di no con la testa.]

La scatola l’ha preparata mia madre…
In verità quello è il nuovo prodotto di punta, post-tradizionale, che si rifà alle fave dei morti. Confezione pantone 508, un fluo abbagliante. E’ stato il mio “parto” estivo.

Poco male, tanto un visita nel magico laboratorio ormai voglio farmela.

Quando vuoi.

Siamo partiti dalla colazione e chiacchierando siamo praticamente arrivati al pranzo…

Puoi sempre scrivere che abbiamo fatto un brunch.

co-fondatore e direttore
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  1. Accorato appello a Valentina e Carlo: i miei due soci, per amore della mia ritrovata forma fisica, mi hanno lasciato senza un solo grammo delle vostre prelibatezza, perciò mi offro volontaria per partecipare dopo Pasqua al laboratorio che state organizzando ed a documentarlo per Frizzifrizzi ;)

  2. perchè la spalmina non è presente nel sito? nel frattempo è diventata davvero illegale? :(
    a quale spacciatore mi devo rivolgere per averla?

  3. Bella la nuova grafica delle 7 tavolette: il logo storico è in effetti un pò datato ma in questa maniera è stato gestito bene. Una fortuna avere una brava grafica in famiglia, gestire l'immagine delle aziende artigianali è delicato e non è facile fare bei lavori… la cioccolata è molto buona, confermo ; )

  4. Viene voglia di assaggiare tutti i prodotti! Le confezioni e il design proposto sono veramente accattivanti e l'abbinamento del logo, che oserei definire vintage o retrò, è azzeccato con la scelta grafica pulita ed essenziale che è stata progettata! BRAVI

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