Skinemax sa chi sei (e lo racconta in 55min.)

http://vimeo.com/29999445

Alle sette di sera ti guardavi i cartoni giapponesi su Odeon e dovevi alzare il volume per coprire i rumori dalla cucina, con tua madre che iniziava a chiamarti per la cena – la sua era una tecnica collaudata, metterti in testa che di lì a poco avresti dovuto sederti a tavola, mentre i tuoi occhi spalancati proiettavano il riflesso di battaglie tra robot in volo sopra a città distrutte da guerre atomiche.
Alle otto e mezza c’era il film di Italia 1: poche pubblicità e tante sparatorie; inseguimenti ed eroi senza se e senza ma. Ma non riuscivi mai a vedere il “the end”, ché alle nove e mezza eri già in bagno a lavarti i denti.

Poi, la mattina, con gli amici sul pulmino, pezzi di dialogo rubati a Stallone/Schwarzenegger/Kurt Russell, colpi micidiali che provavi e riprovavi nella solitudine dei tuoi pensieri, 10kg di zaino sulle spalle (1 solo di diario), pieno di libri con armi e aerei e auto da fantascienza scarabocchiati sui bordi.
E di nascosto guardavi le ragazzine della tua classe, che all’improvviso diventavano interessanti, con quei piccoli gesti, le voci così diverse dalla tua, i capelli da soffiar via dal viso durante i compiti in classe e il non saper cosa dire, d’un tratto, quando te ne trovavi davanti una. Come nelle decine di commedie romantiche che ti sei visto in quegli anni, la tv come romanzo di formazione dove lo zapping (insieme alla scelta di quale merendina metter sotto i denti alle quattro e mezza del pomeriggio) coincideva con il libero arbitrio.

Nostalgia, ora. Per un mondo ed un immaginario condivisi da un’intera generazione: pacchetto completo di emozioni ed esperienze artificiali da uno schermo più stupido e meno democratico – ma più familiare, più gestibile, più caldo – di quello davanti al quale sei ora. Che però, quasi con tenerezza, ti regala un capolavoro come Skinemax: 55 minuti di te, per te; un flusso di immagini che sembra partorito da Matrix o Videodrome o un romanzo di Gibson; il Koyaanisqatsi della nostra generazione (così lo definiscono su Tumblr, il posto perfetto dove fare archeologia pop).

Prenditi un’ora di pausa e non ti alzare dalla sedia per nessun motivo. Tra un po’ la mamma ti chiamerà per la cena.

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