Un giorno un tipo rude – petto villoso, tatuaggi fatti a mano, sguardo da galera, accento slavo – al bancone di un bar mi disse: cani vanno bene per caccia e difesa, non per compagnia.
Discutibilissimo (pure Cesar Millan, che è quel messicano bassetto dai poteri magici che riesce a far diventare la tua belva un cucciolone educato, avrebbe da ridire a riguardo), soprattutto perché il tizio in questione se ne uscì così, all’improvviso, senza nessun cane lì attorno a fare da aggancio, né tv accese su servizi “a là TG1 di Minzolini” né alcun apparente motivo che darmi da pensare (e scroccarmi da bere) e mettici pure che, avendo un gatto, non me ne poteva fregar di meno di filosofie canine.
Visto che cotanta perla di spicciola saggezza mi è tornata alla mente proprio mentre sistemavo le foto per questo post, permettimi un (piuttosto forzato, lo so) parallelo con vasi e bottiglie, che dopotutto – immagino, ma sono pronto a ritrattare – hanno la stessa origine: l’anfora.
Dall’uso originario che aveva nell’antichità l’anfora si è sdoppiata evolvendosi in bottiglia (utilità) e vaso (decorazione).
Ma perché non mescolare le carte ed utilizzare le bottiglie come decorazione?
Niente di nuovo sotto il sole (basta pensare alle grottesche – a meno che non si abbia un enoteca – parate di bottiglie di vino a dimostrare quanto e cosa si è bevuto) ma negli ultimi giorni mi è capitato di vedere ottimi esempi di bottiglie decorative, a partire da quelle in porcellana, realizzate su modello di quelle dei detersivi, di Middle Kingdom e quelle di Pollen Arts, che in realtà sono candele.
Un’alternativa low-cost è invece quella suggerita da Apartment Therapy, ovvero dipingere il vetro dall’interno facendo colare la vernice sulle pareti delle bottiglie.
Qui in casa abbiamo iniziato una piccola collezione tono su tono con le bottiglie di polpa di pomodoro e i vasetti di marmellata.
L’uomo rude non sarebbe d’accordo ma tant’è…