Intervista | Pierre fa le scarpe e pianta le foreste

Grazie ai nostri amici di Blue Distribution, qualche settimana fa abbiamo avuto l’occasione di intervistare Pierre-André Senizergues, fondatore di Etnies e del gruppo Sole Technology, che ha da poco presentato Buy a shoe. Plant a Tree, nobile progetto grazie al quale Etnies donerà ad una tribù del Costa Rica un’intera foresta pluviale di ben 35.000 alberi, grazie anche all’aiuto di tutti coloro che acquisteranno un modello di Jameson 2 Eco.

Ciao Pierre, come va?
Molte aziende, anche più grandi di Etnies, vanno molto fiere delle loro linee di produzione che stanno pian piano diventando ecosostenibili ma il tuo progetto è di livello completamente diverso: non stai parlando soltanto di processi produttivi ecologici ma addirittura di piantare 35.000 alberi!

Beh, lasciami prima di tutto dire che non abbiamo ancora raggiunto la totale ecosostenibilità della nostra catena produttiva – è una sfida, una sfida che ci impiegheremo anni a vincere ma siamo sulla strada giusta!
Tuttavia siamo fieri di stare introducendo una produzione più ecologica per la nostra linea di scarpe vulcanizzate. La chiamiamo STI Fusion. Riduce i tempi di produzione dell’80% e questo ha un impatto equivalente sul risparmio di energia ed acqua. Stiamo ancora ultimando i lavori in questo senso ma ne siamo davvero entusiasti ed abbiamo realizzato una speciale catena di assembaggio per testare, quest’anno, le nostre prime scarpe prodotte in questo modo.
Dovrai provarle!
All’idea di Buy a shoe. Plant a tree siamo arrivati perché quest’anno Etnies compie 25 anni. Non volevamo focalizzarci sul passato ma sul futuro e su cosa saranno i prossimi 25 anni.
Crediamo che l’ambiente giocherà un ruolo sempre più importante nelle nostre vite ed abbiamo pensato che fosse il momento di chiamare la gente all’azione, a contribuire a costruire un pianeta più forte per le prossime generazioni.
Non riesco a trovare un modo migliore per celebrare un compleanno che piantare un’intera foresta pluviale in Costa Rica.

Avere la mia foresta personale è uno dei miei sogni e ora tu stai per avere la tua, ma sei così saggio da donarla ad una tribù del Costa Rica. Sono impressionato…
Se posso permettermi: qual è la ricetta per essere così buoni?

Grazie per il complimento! Devo dare ogni merito a mia madre e mio padre, persone grandiose che hanno trasmesso a me ed ai miei fratelli e sorelle degli ottimi valori e le giuste prospettive da cui guardare le cose.
Credo che la cosa importante, nella vita, sia avere passione per qualcosa. E’ questo quello che ti guida verso un obiettivo, un percorso che devi seguire senza fare compromessi.
Ho sentito dire che la tua vita la crei in base a cosa dài: io in questo ci credo con tutto il mio cuore.

Puoi spiegare ai nostri lettore cosa possono fare per aiutare a “costruire” questa grande foresta?
Quante paia di Jameson 2 Eco hai comprato personalmente e quali sono le tue scarpe Etnies preferite, quelle in pratica, di cui hai svariate paia in casa.

Siamo nel secondo trimestre dell’anno e stiamo per piantare 35.000 alberi in Costa Rica. Il numero può crescere ancora, in base alla partecipazione del pubblico. Compri una scarpa, appunto, e noi piantiamo un albero.
E’ un ottimo modo per noi per diffondere consapevolezza sull’ambiente e coinvolgere la gente in quello che facciamo.
Per quanto riguarda il mio modello di Etnies preferito sicuramente ti rispondo dicendoti il Senix, un modello pro che ho disegnato tanti anni fa. Non solo ho ancora la scarpa originale ma ogni anno disegno una collezione personale, chiamata Etnies PAS Collection, dove gioco con diverse versioni della Senix.
Ne sono innamorato ma non so dirti quante paia ne abbia realmente… sono tantissime!

Hai l’opportunità di dire quello che vuoi per convincere qualcuno che sta comprando un paio di Nike a spendere i suoi soldi in qualche altro modo. Cosa gli diresti?

Ogni giorno hai l’opportunità di votare, con i tuoi soldi, per le cose in cui credi. Raccomanderei a tutti di controllare le aziende da cui comprano i loro prodotti e scegliere poi quelle che più rappresentano i loro stessi valori.
Noi della Etnies siamo il primo brand di footwear fondato e gestito da skaters per gli skaters. Questo per noi ha un significato – siamo autentici e facciamo questo per amore dello skate e degli action sports.
In più ci stiamo sforzando per diventare a zero impatto di carbonio entro il 2020. Credo che stiamo dando ai nostri consumatori un esempio e qualcosa in cui credere ogni volta che indossano un paio di Etnies.

Facciamo un salto nel passato: raccontami di come è iniziato tutto.
So che hai vissuto in un van sulla spiaggia… Ed ora sei un uomo di successo, sei ricco (ma per fortuna non avido!), hai fondato un impero sullo skate, hai comprato una copia del tuo vecchio van ed hai quattro case.
Mi confermi quanto ho appena detto?

Wow! Vedo che ti sei informato bene.
Sì, ora vivo con la mia famiglia a Newport Beach, in California. Ho vissuto lì per tanti anni ed adoro stare vicino alla spiaggia. Questa è una delle cose che non sono mai cambiate da quando sono arrivato a Venice Beach negli anni ’80.
E, sì, ho una replica del van in cui vivevo. Mi aiuta a ricordare com’è iniziato tutto.
Letteralmente, stavo solo facendo ciò che mi piaceva fare. Avevo bisogno che le mie scarpe da skate durassero più a lungo, ho avuto l’opportunità di realizzare scarpe migliori e la cosa ha funzionato.
Mi sento molto fortunato per come sono andate le cose – credimi, non è sempre stato facile ma io ho sempre continuato ad andare avanti.

Ho visto una foto di te che salti con il tuo skate sopra ad una fila di soldati.
Puoi raccontarmi l’episodio? Sono curioso.

Un’anno dopo essere arrivato in California, per seguire il mio sogno di fare skate, ho ricevuto un avviso in cui mi richiamavano per il servizio militare in Francia. Non volevo farlo, ma dovetti andare.
Finii per odiare ogni singolo minuto sotto le armi soprattutto perché io non volevo far altro che andare in skate. Ovviamente non era permesso ed un giorno quasi impazzi e mi mandarono dallo psicologo perché ero davvero depresso.
Per fortuna lo psicologo capì che l’unica cura era lasciarmi andare sulla tavola per qualche ora al giorno.
Un giorno un alto ufficiale mi vide fare skate. Lui aveva figli che amavano skateare e mi chiese di fare una dimostrazione. La foto che hai visto, quella in cui salto sopra ai soldati, è stata scattata durante quella dimostrazione.
E’ stato davvero grandioso che mi abbiano concesso di farlo, da quel momento il tempo sotto le armi ha iniziato a scorrere più velocemente e dopo poco tempo ero di nuovo su un aereo diretto in California.

Credo che tu possa essere perfetto per un bio-pic.
Se qualcuno lo girasse, chi vorresti che recitasse nel tuo ruolo?

Haha! Vorrei farlo io il mio ruolo.
Perché no? Mi piace provare cose nuove. Inoltre non sono sicuro che ci sia qualcuno capace di imitare bene il mio forte accento francese!

Grazie davvero per il tempo che mi hai concesso, Pierre. Ciao!
Bye!

le foto dell’intervista sono di Mattia Buffoli

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