A parte le formaggiose patatine cilindriche dal super potere untuoso che si prestano ad essere infilate al dito per poi essere mangiate (dal legittimo proprietario delle dita o – più giocosamente – da qualcun altro) o gli anellini gommosi alla coca-cola da infilare al mignolo, non ho mai “assaggiato” gioielli (spuntiamo dalla lista anche l’anello del vescovo e tutta l’inquietudine nel baciarlo, per fortuna per una sola volta, e spero l’ultima, nella vita…).
Quindi, da giocoso golosone e goloso giocherellone, sono piuttosto incuriosito dai gioielli di Natalie Smith.
La designer inglese, infatti, crea spille, anelli e ciondoli utilizzando tessuti, plastica e… zucchero.
I dolci cristalli poi ovviamente si sciolgono – è proprio qui sta il valore ludico e concettuale delle sue creazioni – trasformandosi quindi in qualcos’altro: più arte che moda e soprattutto meglio mettersi a leccare l’anello colorato della tua ragazza che la pataccona d’oro sul salsicciotto (parlo del dito) del prelato.