A fine 2018 la casa editrice Victionary pubblicò un volume dedicato ad alcuni tra i più interessanti progetti grafici realizzati da designer di tutto il mondo per festival e fiere — eventi che, specialmente in alcuni settori come la musica, il cinema, la moda, l’editoria, l’arte contemporanea e lo stesso graphic design, offrono ampi spazi di sperimentazione a chi si occupa dell’identità visiva e della comunicazione.
Intitolato Graphic Fest, il libro presentava alcuni tra i progetti (all’epoca) più recenti in modo tale da fornire ispirazione a quante e quanti avessero voluto avvicinarsi a questo stimolante ambito della progettazione. Victionary, dopotutto, è specializzata in pubblicazioni antologiche spesso pensate proprio per essere utilizzate come riferimenti visivi e concettuali da chi studia e chi lavora nel mondo della grafica. Per questo non è raro trovare la casa editrice, di base a Hong Kong, al lavoro su edizioni aggiornate dei suoi titoli più di successo oppure, come in questo caso, su dei seguiti. Da poche settimane è infatti uscito Graphic Fest 2, che segue il medesimo format del primo volume, raccogliendo però i progetti realizzati dopo la pubblicazione del precedente capitolo di una serie che, forse, proseguirà anche nei prossimi anni.
Tra le oltre 250 pagine del libro figurano decine di progetti, realizzati da designer, agenzie e studi creativi di molti paesi differenti — dalla Francia al Brasile, da Taiwan al Canada, dall’Argentina alla Spagna, dai Paesi Bassi all’Indonesia, dalla Corea del Sud alla Germania — così da offrire una visione globale sulle tendenze della comunicazione visiva degli eventi, specialmente quelli culturali.

(fonte: victionary.com)

(fonte: victionary.com)

(fonte: victionary.com)

(fonte: victionary.com)

(fonte: victionary.com)

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