Dall’illustrazione al tatuaggio: Il Tela

Tattoo stories

Il Tela aka Andrea Rizzi è un tatuatore sui generis. Non è ricoperto di tatuaggi e di piercing come la maggior parte dei tatuatori che ho conosciuto finora e anche il suo studio non fa pensare subito ai tatuaggi. Infatti, passandoci davanti la prima volta ho pensato fosse un negozio di biciclette!
Ma cosa c’entrano le biciclette con i tatuaggi? Ho passato un paio d’ore steso sul suo lettino e ne ho approfittato per farmelo raccontare.

(courtesy: Il Tela)
(courtesy: Il Tela)

Tu hai un background particolare. Innanzi tutto, hai frequentato la scuola di fumetto a Milano. E dopo la scuola?

Dopo la scuola mi sono lanciato nel mondo della grafica e illustrazione come libero professionista, provando a lavorare a mille progetti diversi con piccole aziende e privati, sentivo però che avrei voluto creare qualcosa di mio.

Quando sono arrivate le biciclette? E quando è nato il tuo brand, Il Tela.

Le biciclette sono arrivate al momento giusto, quando ho iniziato a sentire che avrei voluto creare qualcosa di mio senza stare alle regole di nessuno. Grazie alla passione per le bici trasmessami da mio padre e al regalo di un telaio di bici fattomi dal suo amico Pino, meccanico ciclista, ho unito i due mondi, la bici e il disegno, decorando così il mio primo telaio di bici, vedendolo proprio come un’inusuale Tela da dipingere.
Dopo il primo ne sono venuti molti altri e con loro è nato il mio brand Tela, “tutto è una Tela da dipingere”. Successivamente per dare un tocco più personale e milanese aggiunsi l’articolo “il” davanti al nome.

(courtesy: Il Tela)
(courtesy: Il Tela)
(courtesy: Il Tela)

Poi a un certo punto, dalle serigrafie su t-shirt e dalla decorazione di biciclette e skate sei passato al tatuaggio. Come è successo?

Il passaggio al tatuaggio è stato graduale, non un amore a prima vista, ed è successo in due step.
Il primo incontro è stato grazie a Barbara dello Shark Tattoo studio, che si innamorò dei miei disegni visti nel mio vecchio Lab, che si trovava al secondo piano di un’officina di moto custom, e che dopo vari tentativi mi convinse a provare ad inchiostrare la pelle. Ero super agitato, mi tremavano le mani e sudavo! Non andò male, ma non continuai, sentivo che non era ancora il momento giusto. 
La seconda volta invece dopo aver conosciuto Diego Lanzone del Diè Tattoo Milano e, dopo aver capito che al mio lavoro da illustratore mancava qualcosa, ho finalmente sentito dentro quell’energia che mi ha spinto e catapultato in questo bellissimo mondo di pelle e inchiostro, facendomene innamorare e facendolo quasi diventare un’ossessione.

Oltre che il tuo background anche il tuo modo di tatuare mi sembra abbastanza particolare. La maggior parte dei tatuatori tatua un po’ di tutto, tu invece fai solo i tuoi disegni, con il tuo stile. E se un cliente ti chiede di tatuargli un Pikachu, glielo fai?

Come nel lavoro da illustratore, in cui ho sempre cercato di spingere le mie illustrazioni senza scendere a troppi compromessi, ancor di più nel percorso da tatuatore ho deciso di iniziare subito proponendo solo miei progetti realizzati con il mio stile grafico. 
Se mi dovessero chiedere un Pikachu possiamo provare a capire insieme se potrebbe funzionare una rivisitazione con il mio stile di disegno e il mio tratto grafico. Perché no.

(courtesy: Il Tela)
(courtesy: Il Tela)
(courtesy: Il Tela)

Come mai invece, la scelta fare solo blackwork?

Sono 10 anni che disegno in bianco e nero senza sfumature ma con tratto grafico e tratteggi. Prima usavo tanto il colore, acquerelli, tempere, acrilici, poi con l’arrivo delle bici, per questioni tecniche di decorazione manuale, ho ridotto tutto ad un colore e così ho iniziato a studiare come far funzionare i soggetti solo con la linea. Da qui mi sono innamorato del disegno a china con il pennello e non l’ho più lasciato. 
Quindi direi che il blackwork non è stata una scelta ma un passaggio naturale.

In studio mi dicevi che non fai ai due volte lo stesso tatuaggio. Quindi ognuno riceve un soggetto unico?

Tutti i progetti che disegno sono unici dai Flash ai progetti su misura pensati insieme al cliente, mi piace l’idea che ogni persona abbia un tatuaggio unico sulla propria pelle.

Hai un progetto particolare che vorresti realizzare?

Ne ho tanti in mente che vorrei realizzare, forse così a caldo ti direi che mi piacerebbe provare, come sfida personale, a progettare e portare a termine un murale grande su un palazzo.

editorialista
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