La rivista Pressing Matters è arrivata al 24º numero

Se tra un secolo o giù di lì questo nostro pianeta fosse ancora abitabile (cosa tutt’altro che scontata, visto il passo galoppante che ha preso la crisi climatica) e qualche ricercatrice o qualche ricercatore del futuro decidessero di intraprendere un’indagine sul panorama delle arti della stampa agli inizi del XXI secolo, più che andare a cercare in rete o chiedere alle avanzatissime intelligenze artificiali che probabilmente avranno a disposizione (sempre che, nel frattempo, queste non abbiano preso coscienza e deciso di sterminare l’intera specie umana), dovrebbero sperare in un enorme colpo di fortuna: ritrovare la raccolta completa dei numeri della rivista Pressing Matters.

Pressing Matters n.24, novembre 2023
(courtesy: Pressing Matters)

Giunto finora al suo sesto anno d’attività e al suo 24º numero, il magazine — interamente dedicato a tecniche come la xilografia, la serigrafia, la monotipia, l’incisione, la collografia, gli stencil e i timbri — si può infatti considerare come la miglior mappatura globale non solo dei nomi ma anche anche delle storie, delle motivazioni, degli strumenti di lavoro e dei “trucchi del mestiere” di chi fa stampa artigianale oggi.

Nelle 100 pagine che compongono ogni uscita, troviamo artiste e artisti, artigiane e artigiani, studi creativi e associazioni da ogni angolo del mondo, che raccontano e si raccontano.
In quest’ultimo numero arrivano dal Regno Unito (Jay Caskie, Grace Gillespie, Sue Lewry, Sukie Studio, James Freemantle e la Gloucestershire Printmaking Cooperative: la rivista è nata a Bristol, ecco spiegata la preponderante presenza di progetti britannici), Irlanda (Fiona Quill), Nigeria (Nneka Chima), Francia (Sophie Lécuyer), Norvegia (Tore Hansen e Halden Bookworks), Svezia (Grafiska Sällskapet), Danimarca (Taro Takizawa), Brasile (Zansky) e Stati Uniti (Mike Sweeney e il laboratorio di letterpress della Montana State University).
In più si parla dei Folly Cove Designers, un gruppo attivo a Gloucester, nel Massachusetts, a metà ‘900, e di Robert Tavener, incisore e illustratore inglese scomparso nel 2004.

«Dalle botaniche alla creazione di libri, dai pattern alle marionette, è tutto qui: le conversazioni tra artisti provenienti da un’ampia gamma di Paesi, laboratori e studi ci offrono una visione più approfondita della comunità della stampa nel suo complesso. Spero che qualcosa in queste storie di printmaking possa aiutare voi e la vostra pratica in qualche modo» dice John Coe, il fondatore, presentando quest’ultimo numero, che si acquista qui. È un messaggio rivolto alle stampatrici e agli stampatori di oggi, ma potrebbe benissimo essere indirizzato anche a coloro che verranno, compresi gli ipotetici ricercatori del futuro.

Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.