Il grande incisore statunitense Jacob Samuel si racconta mentre realizza la sua ultima stampa

Pochi giorni fa, il MoMA di New York ha inaugurato una mostra molto particolare: un’esposizione antologica dedicata non a un artista nel pieno senso del termine, ma a quello che si potrebbe definire un artigiano di altissimo livello, che alle artiste e agli artisti ha prestato, nel corso dei decenni, il suo indiscusso talento, la sua conoscenza dei materiali, la sua inarrestabile voglia di sperimentare e, soprattutto, la sua straordinaria abilità in una tecnica antica come l’incisione.
Stando alle parole del protagonista stesso, si potrebbe dire che uno dei più importanti musei del mondo abbia deciso di organizzare una mostra su uno strumento, anziché su una persona. Perché è proprio questo che Jacob Samuel ha sempre cercato di essere: «Il mio obiettivo è non lasciare impronte. Tutto quello che vedi è il lavoro dell’artista. Sono solo un’altra matita. Sono solo un altro pennello. Ma voglio che la matita sia temperata molto bene. Voglio che il pennello sia di zibellino».

Nato a Los Angeles nel 1951, Samuel si appassionò fin da ragazzino all’arte contemporanea e studiò fotografia e stampa presso il California College of Arts and Crafts di Oakland. Appena finiti gli studi, lavorò per un paio d’anni come apprendista nello studio di un incisore, per poi essere assunto in quello che all’epoca era il più importante studio di stampa della west coast, il Gemini G.E.L.
Ma a cambiare la vita di Samuel fu l’incontro col pittore californiano Sam Francis. «Feci delle stampe per lui» spiega. «E poi, un giorno, Sam disse: “Dovresti semplicemente venire a lavorare per me”. La prima cosa che Sam mi ha detto quando mi ha assunto è stata: “Non mi interessa se faremo mai qualcosa che possa vendere”. Ha detto: “Voglio solo lavorare con te e vedere come va“. E quindi quella era un’etica con cui mi sentivo davvero a mio agio e qualcosa che volevo mantenere».
Così fece. Mentre era ancora impegnato con Francis, Samuel aprì la propria casa editrice, la Edition Jacob Samuel, iniziando a collaborare con alcuni dei più grandi artisti della scena internazionale: «Quando vedo qualcosa che mi colpisce» dice, «voglio lavorare con quell’artista. E se non ha mai fatto delle stampe, tanto meglio… Perché allora diventa un vero e proprio processo di scoperta».

Nel corso dei suoi 48 anni di carriera nel mondo dell’incisione, Samuel ha lavorato con nomi come Ed Ruscha e Marina Abramović, Jannis Kounellis e Anish Kapoor, John Baldessari e Barry McGee, Meredith Monk e Giuseppe Penone: pittori, fotografi, musiciste, performance artist… Nel suo studio di Santa Monica è passato il mondo intero («E se non ha mai fatto stampe, tanto meglio»). Altre volte è stato lui, invece, ad andare per il mondo. A un certo punto, infatti, si è costruito un laboratorio portatile: «era un ottimo modo di lavorare con le persone nei loro stessi studi, perché era molto naturale per gli artisti. È qualcosa di davvero, davvero intimo. Sono nel loro studio. Sono a Londra, o sono a Parigi, o sono a Berlino, o sono a Roma o a Città del Messico, ovunque diavolo mi trovi. Sono nel loro ambiente, nella loro vita, mangio il loro cibo».

Ora, a poco più di settant’anni, gran parte dei quali passati a stampare, Samuel ha deciso di appendere al proverbiale chiodo spatole, rulli, raschietti, acidi e inchiostri, ma in occasione della mostra a lui dedicata (New Ground: Jacob Samuel and Contemporary Etching, che rimarrà allestita al MoMa fino al 16 marzo 2024) ha pensato di lavorare alla sua ultima stampa.
Un video lo mostra all’opera mentre racconta la sua carriera e lo spirito che l’ha spinto sempre avanti in tutti questi anni: «Il mio ideale» afferma a un certo punto «è quello di onorare al massimo i materiali», per poi concludere dicendo «Sento una devozione verso il livello di artigianato che stavo cercando di emulare. Questo è ciò che è importante per me. Altrimenti, è solo altra spazzatura».

La mostra “New Ground: Jacob Samuel and Contemporary Etching”, in esposizione presso il Museum of Modern Art dal 29 ottobre 2023 al 16 marzo 2024
(foto: Jonathan Dorado | courtesy: Museum of Modern Art)
La mostra “New Ground: Jacob Samuel and Contemporary Etching”, in esposizione presso il Museum of Modern Art dal 29 ottobre 2023 al 16 marzo 2024
(foto: Jonathan Dorado | courtesy: Museum of Modern Art)
La mostra “New Ground: Jacob Samuel and Contemporary Etching”, in esposizione presso il Museum of Modern Art dal 29 ottobre 2023 al 16 marzo 2024
(foto: Jonathan Dorado | courtesy: Museum of Modern Art)
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