I video di Fourth Cone Restoration mostrano come si restaurano e conservano i poster d’epoca

Dai manifesti che pubblicizzano i concerti fino alle locandine cinematografiche e alle affissioni della campagne di pubblico servizio, i poster non sono progettati per durare a lungo. Rientrano nelle cosiddette ephemera, categoria che non ha una specifica traduzione italiana e che raccoglie tutti quei documenti pensati, appunto, per un uso temporaneo — ne fanno parte, ad esempio, i biglietti del cinema, dei musei e dei mezzi pubblici, i volantini delle feste e delle offerte speciali dei supermercati, i depliant aziendali, le cartoline di auguri, i coupon, i calendari (perlomeno quelli non perpetui) e tanto altro materiale, spesso di carta.
In alcuni fortunati casi le ephemera possono diventare oggetti da collezione o reperti storici di una certa importanza, tuttavia, con il passare dei decenni, il rischio di deterioramento diventa sempre più alto. La causa — oltre alle pessime condizioni in cui tali esemplari vengono tenuti da coloro che, invece di buttarli, li mettono in un cassetto o in un angolo della soffitta o della cantina — è proprio la carta: trattandosi, il più delle volte, di carte economiche e ricche di acidi, tendono a consumarsi. Da qui la necessità di ricorrere a interventi di restauro e conservazione.
Tra gli studi specializzati in questo tipo di attività c’è Fourth Cone Restoration, piccola realtà fondata a Los Angeles nel 2014 da tre giovani donne: Melissa Scott, Katie Dimond e Chelsea Scheller.

Dopo varie esperienze come restauratrici e conservatrici in altri studi, le tre si sono messe insieme, dapprima lavorando nei ritagli di tempo in un garage, e poi, dopo una rapida crescita nel volume d’affari, spostandosi in un grande spazio nella San Fernando Valley, dove oggi conservano e restaurano poster d’epoca, stampe e oggetti da collezione, principalmente in carta, filmando talvolta il “dietro le quinte” e mostrando — su YouTube e sui loro profili Instagram e TikTok — tutte le delicate operazioni che svolgono ogni giorno, che si tratti di riportare alle condizioni originarie il poster di un concerto dei Doors del ’71, ricreare il pezzo mancante di un manifesto australiano della prima guerra mondiale o togliere i segni delle piegature in una locandina originale de La febbre del sabato sera.

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