Loisaida: le strade di New York degli anni ’80 negli scatti di Tria Giovan

Durante la pandemia, la fotografa si è messa a riordinare gli archivi, andando a recuperare una serie di scatti mai sviluppati ed editati, ora confluiti in un libro

Era il 1984 quando, poco più che ventenne, Tria Giovan si trasferì a New York. Originaria di St. Thomas, nelle Isole Vergini, e oggi fotografa affermata a livello internazionale — specializzata in fotografia di interni, still life, cibo, viaggi e ritratti, con collaborazioni che vanno da Architectural Digest a Esquire, da Vanity Fair a Tiffany & Co. — all’epoca Giovan era da poco uscita dall’Hampshire College e si stava ancora facendo le ossa nel mondo della fotografia.
Arrivò nella Grande Mela per lavorare come assistente del fotografo Adam Barton, scattando foto di interni e iniziando a costruire il suo portfolio grazie alle commissioni di alcuni architetti.
Prese in affitto un appartamento su Clinton Street, la stessa via di cui circa un decennio prima Leonard Cohen, in Famous Blue Raincoat, cantava «New York is cold, but I like where I’m living / There’s music on Clinton Street all through the evening».
Nell’84 la musica c’era ancora: «Il mio appartamento al terzo piano» ricorda oggi Giovan «aveva una splendida vista sull’angolo vivace e rumoroso di Clinton e Stanton Streets. La colonna sonora urbana era costituita da musica (in particolare merengue e salsa), combattimenti (organizzati o meno), chiacchiere e urla (per lo più in spagnolo) e riunioni di famiglia sulle scale antincendio dei vicini. Era come un’opera continua. Mi piaceva vivere lì».

Tria Giovan, “Wrestling Match on Clinton Street”, 1990
(courtesy: Damiani Editore)
Tria Giovan, “Fire Escape Viewing on Stanton Street”, 1990
(courtesy: Damiani Editore)

Negli anni ’80 la zona del Lower East Side di Manhattan, dove si trova Clinton Street, offriva la classica immagine da quartiere malfamato che abbiamo visto in mille film ambientati nella New York del periodo: palazzi decadenti e abbandonati, vetrine piene di graffiti, serrande chiuse da anni, povertà, crimine, tossicodipendenza. Per lo sguardo pieno di curiosità di una giovane fotografa, quello era un mondo completamente nuovo da esplorare. E così fece Giovan, che nel tempo libero andava in giro per il quartiere, fotocamera alla mano. «Semplicemente uscivo e fotografavo, senza preoccuparmi del “quadro generale” di ciò che stavo facendo, rispondendo istintivamente all’ambiente circostante, attirata da momenti fugaci, gesti, colori e luci» racconta lei.
Rimase lì per sei anni, fino al 1990, quando lasciò il lavoro, New York e il paese per andarsene a Cuba, dove, nel corso di diversi viaggi, produsse quella che è probabilmente la sua serie di lavori più celebre, The Cuba Archive, poi raccolta in un libro.

Tria Giovan, “Barreto’s on Stanton Street”, 1987
(courtesy: Damiani Editore)

Oggi Giovan vive di nuovo a New York, e durante la pandemia si è buttata in quella che lei definisce una “immersione profonda” nei suoi archivi, andando a recuperare scatole piene di negativi mai sviluppati o editati, tra cui molti degli scatti realizzati durante il periodo nel Lower East Side, decidendo di rimetterci mano e farne una pubblicazione.
Il libro, pubblicato da Damiani Editore, si intitola Loisaida, come il soprannome del quartiere (una storpiatura di Lower East Side, coniata dal poeta, regista e attivista portoricano Bimbo Rivas, che nel ’74 pubblicò una poesia dallo stesso titolo, riportata da Giovan tra le prime pagine del volume).

¡Ay, qué pueblo!…..
incluso tus parquecitos, patios de recreo, infestados de drogas
donde nuestros young bloods janguean
esperando, con esperanza
el día que ellos también
mejoren y sonrían de nuevo
tu amor es todo
lo que ellos necesitan para regresar. Loisaida, yo te amo.

(Frammento di Loisaida, di Bimbo Rivas, 1974)

Tria Giovan, “Parking Lot on East Houston Street”, 1985
(courtesy: Damiani Editore)

A guardarli oggi, a più di trent’anni di distanza, quegli scatti appaiono pieni di nostalgia, coi loro colori a volte pastosi a volte desaturati, e una luce — magia dell’analogico — che ai nostri giorni sembra sia andata perduta.
«Dalla genesi di Loisaida» dice Giovan, «sono cambiate molte cose: il modo in cui guardiamo le immagini, il linguaggio che usiamo per discuterne e il mestiere stesso di fare fotografia. […] Nel considerare queste immagini ritrovate, applico una prospettiva contemporanea a quelle che sono ormai fotografie storiche. Lo considero un nuovo corpo di lavoro, che vive all’incrocio tra i miei incontri, il mio impegno con la fotografia e le osservazioni degli spettatori. Queste immagini sono la mia reazione visiva a un Lower East Side degli anni Ottanta che da allora è stato radicalmente modificato da ondate di gentrificazione. Universalmente, le immagini parlano della condizione umana. Riflettono ciò che è eterno e ciò che è intrinsecamente newyorkese: vivacità, diversità, coesistenza ed eccentricità».

Tria Giovan

Loisaida
New York Street Work 1984–1990

Damiani Editore, 2023
96 pagine, cartonato

Tria Giovan, “Ballons on Delancey Street”, 1986
(courtesy: Damiani Editore)
Tria Giovan, “Diner Window”, 1989
(courtesy: Damiani Editore)
Tria Giovan, “Hole in the Wall on Suffolk Street”, 1990
(courtesy: Damiani Editore)
Tria Giovan, “View From 29 Clinton Street”, 1990
(courtesy: Damiani Editore)
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