We Are Here: un’animazione racconta le speranze e i sogni (spesso infranti) di quattro giovani persone immigrate negli USA

«Viviamo la nostra vita dovendo chiamare i familiari con FaceTime e preoccupandoci che possa accadere loro qualcosa senza la nostra presenza. Ci siamo persi compleanni, matrimoni e funerali. Benvenuti nel nostro mondo. Questo è il modo in cui viviamo le nostre vite negli Stati Uniti, e non è a causa di una pandemia globale» spiegano alcune voci, mentre sulle schermo forme geometriche e linee astratte cambiano e si intrecciano, accompagnando spettatrici e spettatori in un rivelatorio viaggio nelle vite di quattro giovani persone — tre donne e un uomo — immigrate illegalmente negli Stati Uniti da piccole e da allora rimaste nel limbo del loro status, che è quello di abitanti, sì, ma senza molti dei diritti riservati a coloro che hanno la cittadinanza, in quanto sprovviste di documenti e del Social security number.

Sono i cosiddetti Dreamers, arrivati negli USA senza autorizzazione prima dei 16 anni. Secondo un disegno di legge bipartisan proposto ripetutamente fin dal 2001 ma mai approvato — il Development, Relief, and Education for Alien Minors Act (l’acronimo è DREAM, sognare: da qui viene l’espressione Dreamers) — avrebbero dovuto essere parzialmente regolarizzati fino a ottenere la residenza permanente, ma il massimo che sono riusciti a ottenere è il DACA, cioè Deferred Action for Childhood Arrivals. Questo “rinvio per arrivi in età infantile”, istituito durante la presidenza Obama, consisteva nel rimandare di due anni l’espulsione dal paese, con la possibilità di continuare a prorogarla di due anni in due anni (di fatto una spada di Damocle perennemente in bilico sopra esistenze già difficili: un vero e proprio divieto di felicità e al futuro).
Lo stesso DACA ebbe un percorso molto travagliato e, alla fine, venne annullato dall’amministrazione Trump. Biden ha provato a reinserirlo, ma senza successo.

We Are Here — un corto d’animazione firmato dalle sorelle Constanza e Doménica Castro, pluripremiate filmmaker messicane, fondatrici della casa di produzione 271 Films, di base a Los Angeles, e anche loro immigrate negli Stati Uniti — racconta appunto quattro di queste storie sospese di “sognatrici” e “sognatori”, e lo fa con le vere voci delle tre protagoniste e del protagonista, le cui impronte sonore si trasformano in linee e in immagini più o meno astratte, che fungono da metafore visive per sottolineare ed espandere ciò che le parole narrano.

Pensato e realizzato per mostrare la disumanità del sistema burocratico, offrendo, se non un volto, almeno una voce alle vicende reali di persone che lo stesso sistema considera poco più che semplici numeri, We Are Here ha girato i festival di tutto il mondo e ha vinto premi prestigiosi.
Da qualche settimana si può guardare integralmente su Vimeo in una versione sottotitolata (in inglese e spagnolo).

Fotogramma tratto da “We Are here”, di Constanza e Doménica Castro, 2022
Fotogramma tratto da “We Are here”, di Constanza e Doménica Castro, 2022
Fotogramma tratto da “We Are here”, di Constanza e Doménica Castro, 2022
Fotogramma tratto da “We Are here”, di Constanza e Doménica Castro, 2022
Fotogramma tratto da “We Are here”, di Constanza e Doménica Castro, 2022
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